ROMA – I mirtilli si rivelano potenti antiossidanti, ma soprattutto preziosi alleati contro malattie come il diabete e la sindrome metabolica. Obesità, ipertensione e molte altre patologie cardiovascolari o legate al metabolismo trovano benefici nel consumo di queste bacche violacee, svela un nuovo studio condotto da Dorothy Klimis-Zacas, dell’Università del Maine. Appena due tazze al giorno del loro succo è in grado di tenere alla larga medici e farmaci.
I mirtilli selvatici sono una ricca fonte di sostanze fitochimiche chiamati polifenoli, che esercitano un effetto protettivo sull’organismo. Klimis-Zacas, autrice della ricerca pubblicata sulla rivista Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism, ha spiegato: “La sindrome metabolica è un gruppo di fattori di rischio caratterizzati da obesità, ipertensione, infiammazioni, dislipidemia, intolleranza al glucosio e insulino-resistenza e disfunzione endoteliale. La sindrome metabolica colpisce circa il 37% degli adulti negli Stati Uniti”.
La dieta è da sempre uno strumento fondamentale nella prevenzione delle patologie metaboliche, dall’obesità al diabete di tipo 2, e consumare regolarmente mirtilli, o il loro succo, aiuta a ritardare l’insorgenza delle malattie e il ricorso ai farmaci, spiega ancora Klimis-Zacas: “Sono già stati documentati i benefici cardiovascolari del mirtillo selvatico ricco di polifenoli in modelli animali con compromissione della salute vascolare e pressione alta. I nostri nuovi risultati mostrano che questi benefici si estendono ai topi Zucker obesi, un modello ampiamente utilizzato per la somiglianza con la sindrome metabolica umana”.
Il segreto per mantenersi in salute quindi va oltre il concetto di “una mela al giorno”. Bevendo due tazze di succo di mirtillo al giorno per 8 settimane il meccanismo di vasodilatazione e vasocostrizione del sistema circolatorio viene regolarizzato, con conseguente miglioramento del flusso sanguigno e stabilizzazione della pressione sanguigna, soprattutto nei casi di obesità legati alla sindrome metabolica.