La notizia del giorno è il suicidio di quel pensionato che ha perso centomila euro per il fallimento della banca Etruria.
Spinte da amministratori senza scrupoli presi dal desiderio di maggiori profitti, le banche in questi ultimi anni ne hanno combinate di cotte e di crude e si sono lanciate in operazioni rischiose, proponendo investimenti farlocchi – assicurazioni, derivati, obbligazioni “subordinate” – ai propri clienti allettandoli con il miraggio di guadagni superiori alla media e di varie facilitazioni. I quali clienti, fidandosi – “è la MIA banca” -, sono caduti nella trappola come allocchi. Bisogna dire che le banche si rivolgevano principalmente a persone anziane e con nessuna competenza di tipo finanziario, quindi l’azione è ancora più riprovevole, in quanto i risparmi di tutta una vita di queste persone si sono ridotte praticamente a zero. Persone appunto che, sulla fiducia, firmavano i prospetti informativi senza leggerli o senza capire molto sui rischi che correvano, anche perché le clausole erano scritto nel solito stile nebuloso e burocratico. Quelli poi erano piccoli risparmiatori, non certo grandi speculatori o giocatori di tipo compulsivo:, del tipo “se perdi soldi alCasinò o alle slot machines mica ti rimborso”.
Ma un conto è il risparmiatore “azionista”, che è praticamente in parte proprietario della banca per la somma da lui sottoscritta e che è quindi soggetto al rischio d’impresa, nel bene e nel male; altro il titolare di obbligazioni, per quanto “subordinate “. L’obbligazione infatti è un prestito che il cliente fa alla banca -che altrimenti dovrebbe contrarre un mutuo per reperire liquidità – ed il suo credito dovrebbe comunque far parte di un concordato per recuperare, in parte od in toto, la somma prestata. L’obbligazione “subordinata” ha il solo svantaggio di essere ammessa al rimborso DOPO aver soddisfatto i creditori privilegiati (guarda caso tra questi ci sono pure i crediti dello stato per tributi vari) e chirografari.
Non so se per soddisfare i clienti creditori le banche abbiano dismesso il proprio patrimonio immobiliare, solitamente assai consistente, ma so che gli amministratori per farle fallire hanno percepito una barca di soldi!
E le responsabilità di chi non ha vigilato? ABI e Banca d’Italia, così fiscali in altre occasioni, si sono defilate.
I “fregati” sono sempre i soliti…
Il premier Renzi, tronfio come un tacchino, canta vittoria enunciando che non sono stati spesi soldi pubblici, anticipando quelle che saranno le norme europee a partire dal 1° gennaio prossimo, e poi in altra sede invita gli italiani (popolo di risparmiatori ) ad investire i loro gruzzoletti. (trafiletto dal “Corriere”)
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