"Il marchio Miss Italia è noto - spiega all'AdnkronosPatrizia Mirigliani - e viene utilizzato in Italia dal 1945. La famiglia Mirigliani lo ha registrato dal 1987, ma c'è un pre-uso, dal '45 appunto, ovvero da quando esiste il concorso. Quando si dice Miss Italia - rimarca - si pensa al concorso tradizionale di bellezza non a un negozio di mobili".
"Rispetto il mondo dei gay e non ho nulla in contrario con il concorso delle trans - sottolinea Patrizia Mirigliani - l'importante è che non usino 'Miss' accompagnato dalla parola 'Italia'".
In questi anni - ricorda l'organizzatrice dello storico concorso di bellezza - abbiamo avuto delle vertenze con altri concorsi che utilizzavano la dicitura "Miss Italia". Sono costretta a tutelarmi - conclude Mirigliani - non posso fare altro. Anche perchè la Rai, che è servizio pubblico, ha acquisito i diritti di Miss Italia per le serate televisive".
"Quando abbiamo ricevuto la diffida - commenta Regina Satariano, organizzatrice di Miss Trans Italia e Miss Trans Italia Sudamerica - siamo rimasti senza parole. E' ridicolo che se ne accorgano dopo 19 anni, mentre noi avremmo fatto salti mortali per farci notare nel 1992, quando abbiamo fatto il primo concorso e abbiamo registrato il marchio Miss Trans Italia.
Il nostro non è un evento solo ludico e non ha niente di cui vergognarsi -conclude Satariano- L'elezione viene sempre preceduta da dibattiti e incontri sulla condizione delle trans in Italia e le ragazze stanno molto attente a come sfilano in passerella per evitare ogni speculazione. Siamo trans e italiane e non rinunciamo a nessuna delle due parole. Come altro dovremmo chiamare questo concorso?".
Fonte: Adnkronos