L’esordio di questa pellicola ci introduce, attraverso una fotografia illuminata da tenui colori pastello, in un interno familiare festoso intento a celebrare fra dolci e balli l’undicesimo compleanno di Angeliki, una delle piccole di casa. Senza colpo ferire la festeggiata, con un enigmatico sorriso sul volto, si suicida buttandosi dalla finestra. Questo è il potente incipit di una delle migliori pellicole della stagione che distrugge il sistema emotivo dello spettatore soprattutto nella insopportabile consapevolezza che è ispirato ad un fatto realmente avvenuto in Germania.
Vincitrice meritatamente del Leone d’argento per la regia e della Coppa Volpi come migliore attore per Themis Panou, “Miss Violence” è stata una dei protagonisti di una Venezia che in questa edizione ha proposto più delusioni che esaltazioni.
Alexandros Avranas è l’ideatore di una regia magistrale fatta di inquadrature che seguono ossessivamente i personaggi fra le stanze di una casa pulita e ordinata in maniera maniacale, che frequentemente nasconde dalle inquadrature i volti incentrandosi sulle azioni e non sulle reazioni, che lascia attoniti nel ridefinire o ribaltare continuamente i ruoli dei personaggi. Agghiaccianti gli sguardi dei protagonisti che nei momenti cruciali della pellicola fissano la telecamera, quasi a voler inchiodare ciascun spettatore alla responsabilità di assistere inermi a tanta brutalità. Il regista abilmente ci conduce nell’inferno di questa famiglia disturbata e disturbante in un crescendo di tensione che lascia senza scampo in un contesto sociale tanto inquisitorio quanto inefficace a porre fine all’orrore. La violenza, quasi sempre implicita, è una coltre soffocante riportata con incredibile cura estetica e stilistica, amplificata dalle splendide interpretazioni dei protagonisti.
Lungi dall’essere esclusivamente il racconto di un nucleo familiare disfunzionale, si propone anche ad altri livelli, attraverso velati riferimenti alla feroce crisi economica che sta distruggendo la Grecia e allo sguardo indifferente dell’Europa capitanata dalla Germania. Significative le scene in cui i personaggi guardano i documentari sulla vita delle scimmie in tedesco.
La pellicola si conclude in maniera ambigua lasciando allo spettatore il compito di trovare una impossibile risoluzione al male.
Terrificante, emotivamente devastante, visivamente splendido. In una parola meraviglioso.
Pro: Brillante regia.Narrazione sublime quanto devastante.Contro: I più sensibili non apprezzeranno il racconto di un inferno sulla terra.