Enrico Mentana interrompe la trasmisione Gday condotta da Geppi Cucciari, per collegarsi in diretta nella sala del palazzo Giustiniani in attesa della comunicazione ufficiale del Presidente incaricato Mario Monti sul nuovo governo. In una giornata carica di tensione, dovuta alla situazione economica ingarbugliata, con gli indicatori che arrivano a cifre proibitive, con relativa crescita del nostro debito, tutti attendono l’elenco dei nomi dei ministri che affiancheranno il neo presidente del Consiglio. Si ipotizzano la presenza di Giuliano Amato e Gianni Letta che pur non essendo in Parlamento, sono figure istituzionali con una forte connotazione e considerazione generale.
L'entrata di Monti interrompe la cronaca di Mentana, ma non la suspence. In effetti lo stesso annuncia di aver concluso le consultazioni con tutte le parti politiche e sociali, dei giovani e delle pari opportunità e con proficua soddisfazione di aver trovato delle soluzioni che verranno presentate al Presidente della Repubblica. Ormai ci siamo abituati ai discorsi stringati di Monti che lascia la sala subito dopo l'annuncio.
Dunque il governo c'è! E forse anche il futuro dell'Italia, affidato a questa nuova figura istituzionale di economista e accademico, così lontana dai riflettori e dalle barzellette, così come sottileneato da Crozza nella copertina di Ballarò, "Berlusconi faceva il Bunga Bunga; lui al massimo fa il Banca Banca".
Anche Crozza ci spera: "Siamo a posto, e vai! Monti c'è ,e a me piace, è un Romano Prodi, ma acceso... non ha emozioni, non suda, è un robot". Dunque la serietà e la sobrietà di Monti, emerge e fa la differenza.
In effetti, oggi si comincia con un taglio di 6 ministeri. Dopo un colloquio di quasi due ore con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Monti, che mantiene la delega all'Economia, ha annunciato i nomi dei nuovi ministri. La formazione del nuovo esecutivo, contrariamente alle previsioni, non prevede la presenza di politici. Sette professori e tre donne. Spiccano anche un banchiere (allo Sviluppo), un ambasciatore (agli Esteri), un ammiraglio (alla Difesa), un prefetto ((all'Interno) e un giurista esperto di sanità.
Nessun politico. Tutti tecnici. "L'assenza di politici non ostacolerà ma agevolerà". Si apre una nuova era.