Pompei: un Quadrato Magico di sicura datazione
Nel 1936 la scoperta archeologica di un Quadrato Magico completo fra le rovine di Pompei, quindi sicuramente precedente all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., aprì la strada a interessantissime riflessioni sul cristianesimo del I secolo, evidentemente già diffuso nell’Impero Romano e già sensibile alle simbologie mistiche prima della stesura dell’Apocalisse (posteriore all’84 d.C.), e ben prima che l’Imperatore Costantino facesse della croce un emblema universalmente accettato. Del resto molte simbologie protocristiane possiedono corrispondenze nell’Antico Testamento e probabilmente anche mistici legami con le conoscenze esoteriche della setta degli Esseni ed altri gruppi di iniziati.
La versione antica del Quadrato è diversa da quella medievale; si legge infatti:
R O T A S
O P E R A
T E N E T
A R E P O
S A T O R
Un frammento del palindromo si trova nella casa di Paquio Proculo, mentre l’intero Quadrato Magico è stato trovato sul muro della Palestra con una dedica e un saluto a un certo Sautranus ed alcune iscrizioni che servono a decifrare l’enigma. Sotto il Quadrato si legge infatti la sigla A N O, una N in mezzo a Alfa e Omega, a confermare che l’autore del graffito era a conoscenza delle mistiche interpretazioni: “Il Salvatore è l’Inizio, la Fine e il mezzo”.
Sermoneta (LT): l’Abbazia Templare di Valvisciolo
Nel 1312 il potente Ordine dei Cavalieri Templari fu soppresso con l’accusa di idolatria, eresia, sodomia e altri sacrilegi. Per ordine di Filippo il Bello di Francia, con l’avvallo di Papa Clemente V, i cavalieri furono arrestati, torturati ed uccisi in quasi tutta Europa, e lo stesso Gran Maestro Jacques de Molay fu bruciato sul rogo. Contemporaneamente, narra la leggenda, l’architrave di ogni chiesa dell’Ordine si spezzò a metà. L’architrave della templare Abbazia di Valvisciolo mostra ancora questa frattura centrale come una ferita dolorosa, un ricordo dei misteri che circondano ancora i Templari, le loro arcane conoscenze e la loro tragica fine.
Nel muretto del chiostro sono ancora visibili i simboli esoterici di questi cavalieri: numerosi glifi della cosiddetta “Triplice Cinta Druidica”, una figura quadrata simile al gioco del filetto che era un chiaro segno distintivo delle Magioni Templari. Gli ultimi restauri di Valvisciolo hanno messo in luce un graffito sull’antico muro dell’Abbazia che riporta in versione circolare e concentrica le cinque parole magiche SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS.
Canavaccio (PS): la leggenda della campana sull’albero
Si racconta che presso Piandonico sorgesse una volta il poderoso castello di Gaifa, sulla cui torre suonava i suoi rintocchi una campana bronzea con inciso il Magico Quadrato SATOR, forse proprio per chiamare a raccolta i Cavalieri Templari con simbolismo comprensibile solo agli iniziati. Un giorno, chissà se proprio mentre i misteriosi Cavalieri bruciavano sul rogo, parte del castello e la torre crollarono improvvisamente, ma la campana rimase miracolosamente appesa a un vecchio olmo, continuando a suonare fra i rami e le stalattiti di ghiaccio che d’inverno la circondavano. Per questo il popolo la chiamava la “Brombolona”. La leggenda continua raccontando che il Conte di Primicilio la fece infine prelevare per issarla sulla torre della chiesa di Sant’Andrea, dove purtroppo oggi non è più visibile.
Bolzano, Castel Mareccio: il fantasma della castellana
A nord del centro di Bolzano, sul torrente Talvera, in una posizione forse più adatta a una villa piuttosto che a un edificio militare, dal XIII secolo svettano le torri di Mareccio, ricche di storia e di leggende. Su una parete del terzo piano dell’antica torre è graffito un Quadrato Magico SATOR, a ricordare forse il legame di questo luogo con i crociati e con i Cavalieri Templari, nonostante l’assenza di ulteriori indizi.
Narra la leggenda che un nobile cavaliere di Mareccio era partito per le Crociate lasciando la giovane sposa Clara ad aspettarlo nel castello. Per lungo tempo non arrivarono notizie dalla lontana Terrasanta. Dopo molti anni giunse finalmente un pellegrino vestito di stracci, stanco ed affamato, quasi nascosto da una lunga barba incolta. Clara chiese notizie di suo marito, e l’uomo barbuto rispose che era morto combattendo i Saraceni. La povera donna, sconvolta dal dolore si gettò dalla torre e morì, prima ancora che l’uomo potesse fermarla dichiarandole la verità: lui stesso era il marito che voleva solo mettere alla prova la fedeltà della moglie con una crudele bugia. Da allora c’è chi sostiene che il fantasma di Clara di Mareccio si muova ancora infelicemente nel castello e che se ne possano udire i lamenti.
Capestrano (AQ): la pietra di San Pietro ad Oratorium
Come spesso accade, le chiese dedicate a San Pietro sono molto antiche. Non fa eccezione la chiesa di Capestrano, fondata da Desiderio, re dei Longobardi, nel secolo VIII. Numerosi restauri nei secoli successivi hanno probabilmente usato materiale di recupero del quale è difficile determinare l’origine. Fra questo spicca una grossa lastra di pietra con un Quadrato Magico SATOR, murato a rovescio sulla facciata insieme con altri antichi e misteriosi simboli sacri e profani: una mano aperta con segni magici apotropaici, un busto di Re Davide che tiene in mano i suoi salmi e vari frammenti con figure zodiacali. I Salmi di Davide furono spesso associati alle parole del Quadrato Magico nelle magie e nei riti apotropaici.
Siena: i misteri del Duomo
Iniziato nel XII secolo, il Duomo di Santa Maria Assunta trasmette, per i simboli presenti e la particolare architettura, intense emozioni ai visitatori. L’atmosfera mistica di questo luogo fa anche pensare a siti di antica e riconosciuta sacralità tellurica, i quali
spesso erano indicati con simboli arcani. Non è un caso che l’interno di questo edificio fu il modello che Richard Wagner volle per il Tempio del Santo Graal nel suo Parsifal.
Anche qui è presente un Quadrato Magico SATOR, inciso su una piccola pietra sulla facciata esterna, e non mancano altre meraviglie. Sul pavimento di marmo ci sono numerose figure che richiamano concetti mistici ed esoterici, fra i quali una rappresentazione del X Tarocco, la Ruota della Fortuna, con allusione forse proprio alla prima e all’ultima riga del palindromo SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS. Sempre sul pavimento appare un prezioso ritratto di Ermete Trismegisto, il “Tre volte Grandissimo” sapiente a cui si attribuisce la stesura della Tavola Smeraldina, identificato anche con il dio egizio Thoth, il leggendario autore dei geroglifici dei Tarocchi. Sul libro aperto a fianco della figura del saggio Ermete si leggono frasi tratte da testi iniziatici e forse una chiave di lettura delle venticinque lettere del Magico Quadrato:
“Suscipite o licteras et leges Egyptii” (Prendete le lettere e le leggi, o Egizi).
Campiglia Marittima (LI): lo strano SATOR di San Giovanni e il cinghiale Calidonio
La Pieve di San Giovanni a Campiglia Marittima è uno splendido esempio di romanico toscano del XII secolo, anche se una costruzione precedente risale almeno al 1079.
SATOR AREPO MTS
TENET OPERA
ROTAS MCSS…
Nella vicina Rocca di San Silvestro il simbolo della Triplice Cinta ancora ricorda, secondo alcuni ricercatori, la presenza di una Magione Templare.
Giovanni Pelosini
- Vedi anche L’enigma del Quadrato Magico SATOR