Malgrado il libro non sia arrivato ai giorni nostri se ne possono dedurre sia il metodo seguito che qualche deduzione da altre sue opere. Pico della Mirandola era convinto che le religioni pagane si servissero di immagini “geroglifiche” e che le loro rivelazioni fossero state mascherate sotto forma di miti e favole deputati a deviare intenzionalmente dall’argomento per proteggere dalla profanazione tanti segreti. Presentando “de’ misterii… solo la corteccia… riservando le medolle del vero senso agli intelletti più elevati e più perfetti”…
Edgar Wind, con Misteri pagani nel Rinascimento, ci fa capire che uno studioso di iconografia che voglia tentare di ricostruire l’argomento perduto di un quadro del Rinascimento deve sapere di più su tutti i possibili argomenti rinascimentali di quanto ne avesse avuto bisogno il pittore stesso. E’ la semplice conseguenza del fatto innegabile che noi oggi non possiamo più godere dei vantaggi della conversazione rinascimentale. Noi dobbiamo riconquistarla con fatica leggendo e argomentando. L’iconografia è sempre un modo indiretto di avvicinarsi all’arte. La ricompensa, nel caso dello studio dei misteri pagani rinascimentali, è che essa può contribuire a sollevare quel velo di oscurità che non soltanto la lontananza nel tempo (che da sola basterebbe), ma una deliberata ambiguità nell’uso della metafora, ha calato su alcuni dei più grandi dipinti rinascimentali. Essi furono concepiti per iniziati e richiedono quindi un’iniziazione.
Pubblicato originariamente nel 1958, Misteri pagani del Rinascimento di Edgar Wind è tra i più illuminanti e istruttivi libri di storia dell’arte che ho letto. Dalle medaglie alle pitture rinascimentali più celebri, l’affascinante connessione tra artisti e filosofia non solo porta idee vive in un modo nuovo, ma fa anche vedere con occhi nuovi le diverse opere d’arte.
Un libro meraviglioso, un appassionante tour de force sul modo di interpretare l’arte rinascimentale.
L’assioma proposto da Pico della Mirandola, che per essere profondi i misteri debbono essere oscuri, mi sembra altrettanto falso del pernicioso assioma di Burke che «un’idea chiara è un modo diverso di significare un’idea piccola». Ma non v’è modo di eludere il fatto, per quanto spiacevole, che da quel terreno impuro si sviluppò e fiorì una grande ar-te. Studiando questo argomento io cercherò la chiarezza – un fine già di per sé riprovevole dal punto di vista dei mistagoghi del Rinascimento. Eppure, la comprensione di questi inquietanti fenomeni non è certo favorita dall’arrendersi di fronte a essi, non più che dall’ignorame l’esistenza. Come osservava Donne, la maschera è una delle grandi forze della rivelazione. «Perché la Colonna di Nube, non meno della Colonna di Fuoco, svolse il Compito di guidare».
Edgar Wind
Misteri pagani nel Rinascimento
Adelphi
2012