Mitsume Temo, short comics e Takis

Creato il 25 agosto 2010 da Etherea

In passato mi e’ gia’ capitato di lavorare su progetti di fumetti/manga trasformandoli in personaggi in 3D dimensioni; il primo in assoluto e’ stato Asprin Mishi; capelli verdi, codini, forme prosperose.. no, Virg0 non c’entra, anzi c’entra: e’ stata l’ispiratrice per Asprin, adolescente giapponese che si confronta con i problemi di tutti i giorni, tra scuola e ragazzi che vedono in lei una donna.

Stavolta e’ il turno di Mitsume Temo & the Round Earth Commitee; Mitsume Temo, studentessa giapponese, e’ la fondatrice del Comitato per la Terra Rotonda, un comitato che si batte per la libera diffusione dell’informazione. Ma non solo: con Temo i creatori Takis e Akanuma, vogliono quasi imporre un modello, un modello amato da persone di diversa estrazione: dai bambini, agli adulti colti, ai giovanotti scapestrati, basato sul principio “se e’ bello perche’ non guardarlo?”.

Ma Temo non e’ solo un disegno, Temo e’ una community che raccoglie appassionati di tutto il mondo che dedicano al progetto la loro fanart, Temo e’ una comix che racconta anche il lavoro del team creativo, Temo e’ un evento esposto nelle gallerie d’arte, Temo e’ merchandise (AMO gli orecchini!) e anche uno stile cosplay, Temo e’ wallpapers ma soprattutto.. Temo goes 3D =)

Ma andiamo con ordine!

Takis Proietti Rocchi e’ un creativo italiano, esperto di comunicazione visiva, che progetta e ricerca a Roma ed a Tokyo. Digital filmmaker e video designer, Takis e’ un apprezzatissimo art director. Ha lavorato nei settori del cinema, moda, editoria, identità aziendale e per ultimo nel settore videoludico.  Le sue competenze e conoscenze spaziano dal graphic design alla corporate identity, dal video design alla progettazione di contenuti multimediali. Computer, macchina fotografica e videocamera sono i suoi strumenti di lavoro di tutti i giorni e le sue idee ed il suo stile provengono da valori forti e da un’attenzione costante al mondo contemporaneo ed alle sue evoluzioni. In Giappone dal 2005 ha aperto lo studio takislab nel 2008, occupandosi di progetti cross-media (dalla grafica alle produzioni video, dal web alla grafica per eventi).

É lʼunico progettista italiano iscritto allʼAssociazione dei Graphic Designer Giapponesi (JAGDA), e l’unico italiano residente in Giappone membro dellʼAssociazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva (AIAP). Saltuariamente scrive aricoli e collabora per riviste di grafica, insegna design, ed e’ il responsabile per l’area giapponese del progetto “Good50x70“.

Dalla mente di Takis e’ arrivata Mitsume Temo, la prima apparizione di Temo e’ del 17 Novembre 2009 presso la galleria JAGDA Tokyo durante la mostra “Cultural Talks and Yatters. Personal Opinions” di Takis Proietti Rocchi e Masatsugu Yano, ma sentiamo meglio da Takis la nascita di Temo:

Come ti e’ venuta in mente Temo? Te la sei sognata di notte?
Da come mi chiedi tu sembra quasi che sia prima nata Temo e che dopo le abbiamo messo un messaggio dietro. Invece e’ successo esattamente il contrario. Io avevo un forte messaggio che volevo comunicare e quando me ne e’ stata data l’occasione, Temo e’ nata… per caso!! La vicenda e’ piu’ o meno andata cosi’.
Io, sin da piccolo, ero appassionato di personaggi. In pratica ero pieno di amici immaginari, e passavo tantissimo tempo a fantasticare con loro. Quindi una volta cresciuto mi sono porposto di venire qui in Giappone per capire cosa ci fosse dietro alla creazione di questi personaggi e perche’ io da piccolo ci ero cosi’ affezzionato. C’erano sicuramente dei risvolti culturali che io ero curioso di capire. Ma una volta trasferitomi qui in Giappone mi sono reso conto come nella stessa patria dei manga e degli anime, questi poveri personaggi venivano trattati come giochi per bambini e pornografia. Nessuno, inoltre, riusciva a concepire il character design come disciplina del design stesso.
Successivamente capii che era il sistema che cercava di strumentalizzare ed annientare le sottoculture giovanili per mantenere ordine nel sistema stesso. Quindi, mi resi conto che il fatto di classificare manga ed anime come pornografia o giochi infantili era un processo VOLUTAMENTE messo in atto dal sistema per creare una frattura tra mondo giovanile e mondo adulto.  Restai diverso tempo a pensare queste cose e cercavo solo un pretesto per dire la mia opinone al riguardo. Ho fatto diverse mostre in Italia (ho esposto anche al Museo di Arte Contemporanea di Roma), ma in Giappone ancora non avevo avuto modo di fare niente (beh, ero arrivato ancora da poco e sopratutto non riuscivo ancora a parlare la lingua).
Poi, mi arrivo’ un’occasione da parte della Jagda, l’Associazione dei Graphic Designer giapponesi, di cui sono membro. Mi diedero l’opportunita di fare una mostra in una loro galleria a Roppongi, a Tokyo. Fu in quell’occasione che nacque Temo. O meglio… Io volevo semplicemente difendere le sottoculture giovanili dalla strumentalizzazione messa in atto dal sistema. “Otaku non e’ pornografia, i mass media strumentalizzano l’informazione pubblica e sopratutto il character design e’ una disciplina evoluta ed andrebbe considerata come tale”. Quindi sostanzialmente di far nascere Temo proprio non stava neanche nella mia testa. Pero’ per realizzare questa mostra desici che ci volevo dentro un’illustrazione in stile manga di un personaggio. Piano piano lavorando al contenuto della mostra quell’illustrazione prese sempre piu’ vita. Iniziai a darle un nome, a crearle un background…
Prima che me ne resi conto era nata Temo.
Ma prima ancora di fare la mostra Temo doveva piu’ o meno finire con la mostra stessa. Non era proprio nelle mie intenzioni stare a produrre un personaggio.  Arrivo’ il giorno della mostra e mi resi conto che quello che stavo facendo in quel momento era un po’ come quando Marcel Duchamp aveva messo un pisciatoio in un museo con la sua opera “Le fountain”. Quello che stavo facendo era come quando i futuristi lanciarno il loro manifesto del movimento futurista.  Quella mostra non era la fine, ma l’inizio. Capii che dovevo continuare a portare avanti Temo e che se l’avessi sviluppata ne sarebbe uscito fuori un movimento.

Allora, immaginarsi un personaggio e’ normale.. ma arrivare al punto di farne una paladina dell’informazione libera e’ ben diverso.. e poi costruirci sopra tutto un indotto che spazia dai comix al merchandise e’ roba tosta.. che ti fumi? =)
Questo fa parte del mio approccio di designer. Essendo art director sono molto sensibile alle tematiche di corporate identity e branding.Nel momento in cui decisi di continuare a produrre Temo, volevo anche dimostrare come il character design fosse l’espressione piu’ poliforme del branding moderno. Un personaggio puo’ diventare immagine (graphic design), videogioco (interactive design), si puo’ chiamare una modella e farci delle foto (design + fotografia), alla modella servira’ sicuramente un vestito (fashion design), la modella potrebbe cantare e si potrebbero avere delle conzoni per il personaggio (sound design + musica), infine si potrebbe creare del merchandise sul personaggio stesso (product design), per non parlare del modello 3D  etc. etc.
Quindi nello sviluppare Temo sto soltando applicando 2 concetti fondamentali per ogni art director. Quello di corporate identity e branding.

Che mi fumo? Niente, come vedi dietro Temo c’e’ tutta teoria e tanta storia del design! :)

Certo, sommando tutti i pezzi ne viene fuori un qualcosa di visionario: il primo personaggio anime, legato al mondo del design con l’obiettivo di proteggere le sottoculture giovanili e la libera informazione. Forse se avessi voluto pernsarlo cosi’ dall’inizio non ci sarei mai arrivato.
Io mi sono solo ritrovato ad attaccare diversi pezzi che erano piu’ o meno gia’ presenti nel mio percorso formativo ed artistico e con una grande voglia di fare qualcosa per la societa’.

Che cosa fa Temo esattamente?
E’ una studentessa!

Sei un cosplayer?
Ho fatto cosplay qualche volta, ma piu’ che cospalyer mi definirei con quello che i giapponesi dicono “Kamekko”. Ovvero, fotografo di cosplayer. Ma neanche quello molto, a dire il vero!
Forse sono un gran fruitore di foto di cosplay.

Infine Takis, che cosa bolle in pentola?
Di tutto, chiaramente.
Nei nostri programmi abbiamo in mente mostre, eventi, partnership commerciali, il lancio del fumetto,  un’applicazione per l’iphone, altre sessioni fotografiche, video (filmati e 3D) e via dicendo.
Il problema sono i fondi ed il tempo. Nulla mi fermera’ dal realizzare tutto quello che ti sto dicendo, solo che al momento Temo non produce nessuna forma di introito. Per il momento andiamo avanti grazie al mio studio di design. Lavoro con lo studio di design ed i profitti dello studio vengono investiti in Temo. Quindi al momento procediamo lentamente perche’ i fondi sono quello che sono. Appena riuscieremo ad avere dei profitti anche con Temo reinvestiremo tutto dentro al progetto stesso e inizieremo ad essere piu’ produttivi. Quindi non saranno i soldi a fermarci, ma di sicuro la velocita’ con cui porteremo a termine certi lavori sara’ influenzata dal bugdet a nostra disposizione.

Quante cose!
Di sicuro Temo non stara’ con le mani in mano a guardare il tempo che scorre =)

Il mese scorso sulla rivista Crineta e’ stato pubblicato un articolo che riguarda Takis, otaku fin dall’embrione, che spiega come e’ arrivato alla concezione di Temo, passando per la cocente delusione nipponica che aveva affibbiato agli otaku il ruolo di piaga pornografica dell’umanita’; potete leggere questa bella mini-autobiografia esplicativa scricandola in formato digitale dalla sezione Press del sito.


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