Mobile shopping: tra miti e realtà | Digital Marketing

Da Alesantambrogio @alesanta

Natale, tempo di shopping, anche mobile. Ma come sta evolvendo l’universo del mobile commerce e cosa cercano gli utenti? Efficienza e focalizzazione, verrebbe da dire guardando una ricerca condotta da McKinsey.

Al bando servizi a valore aggiunto, consigli e comparazioni. Chi compra sul mobile cerca essenzialmente convenienza e servizi mirati, come la tracciabilità dello stato della spedizione.

L’infografica tratta dalla ricerca sintetizza bene le principali tendenze. Spicca come il mobile riduca la tendenza alla visita nei negozi fisici, mentre l’interesse è più focalizzato verso occasioni (52%) che, per il 66% degli utilizzatori, costituiscono la leva motivazionale principale dell’acquisto su mobile.

Solo meno di un terzo degli utilizzatori richiede rich content sul mobile, ma per ben il 43% è importante potere tracciare lo stato della consegna.

Quali indicazioni emergono da questa, e altre, ricerche in merito allo sviluppo del mobile commerce?

Le app sono la risposta. Ma a quale domanda?

Se l’utilizzo delle app mobile è in crescita a tre cifre (+115 % secondo una ricerca di Flurry) guidato dai settori Social e Produttività, è anche vero che la sbornia da app è ormai passata: si scaricano solo quelle che servono e si utilizzano, tanto che la media per persona, secondo una ricerca sviluppata da Deloitte, è passata da 2,3 a 1,8 app.

La preferenza verso l’uso di siti mobile è doppia, sempre secondo la ricerca McKinsey, rispetto all’utilizzo di app che, nella maggior parte dei casi, non offrono vantaggi significativi rispetto alla navigazione ordinaria. Solo il 30% degli utilizzatori ha più di due app legate all’e-commerce su mobile e solo il 7% più di cinque. Su questo fronte l’Italia, manco a dirlo, è ancora fortemente in ritardo, non solo sull’e-commerce ma sul web in generale. Qualche giorno fa sono stato nella giuria della sezione Internet del Premio Mediastars e sulla settantina di siti esaminati ve ne erano ancora alcuni non responsive e solo una percentuale limitata era dotata della versione mobile, con navigazione semplificata.

Funzioni di base o cool?.

Chi naviga un sito di e-commerce su smartphone vuole soprattutto … comprare. Sembra una banalità, ma gran parte degli intervistati ritiene più importantifunzioni di base ben costruite rispetto a video e rich content: la velocità di caricamento, la semplicità di aggiungere o rimuovere articoli dal carrello o una procedura di checkout lineare aiutano a ridurre le principali frustrazioni legate all’acquisto da smartphone con i limiti dimensionali di schermi e tastiere intrinseci del terminale.

Showrooming: perdita reale di clienti o spauracchio?

Lo showrooming, ovvero la pratica adottata da alcuni consumatori di recarsi in negozi tradizionali e poi comparare sul cellulare i prezzi degli articoli esposti per cercare la soluzione più a buon mercato, è sempre più diffuso. Tra chi la teme come la peste e chi la asseconda creando app o popolando i punti vendita di touch screen sembra vincere chi si concentra sul creare un’esperienza di acquisto fisica più ricca e coinvolgente. La maggior parte, infatti, non cambia venditore di riferimento e il 58% acquista nel negozio fisico, in gran parte quello da cui è partito lo showrooming di confronto. Quindi se il mobile è uno strumento fondamentale di confronto tra i prezzi, l’impatto reale sulle vendite nei canali tradizionali appare contenuto a meno di grandi differenze di prezzo.

Verso il commesso digitale

La maggiore dimestichezza verso gli strumenti mobile sembra far crescere anche la domanda di commessi 2.0, dotati di strumenti digitali in grado di assistere i clienti in tempo reale nelle richieste quali informazioni più approfondite sui prodotti, demo, arrivi per prodotti fuori stock e così via.

Quali conclusioni?

I consumatori che adottano il mobile commerce sono consumatori evoluti che sono stati sempre all’avanguardia nell’adozione di strumenti tecnologici. Arrivano quindi al mobile con una consapevolezza e una maturità notevoli nell’utilizzo degli strumenti digitali.

Per loro il mobile è essenzialmente un mezzo di informazione e comparazione e quando lo utilizzano per l’acquisto deve garantire un’esperienza lineare e semplice, priva di fronzoli inutili o poco fruibili sul terminale. Diventa quindi sempre più importante andare oltre il semplice responsive e progettare un’esperienza esclusiva pensata per l’utilizzo su smartphone e tablet.

Vale la pena? A livello mondiale l’e-commerce che transita dal mobile vale già il 30% del mercato del commercio elettronico. In Italia la percentuale è ancora considerevolmente inferiore ma i tassi di crescita sono rapidissimi: il mercato è raddoppiato nel 2014, raggiungendo il miliardo di euro, a fronte di una crescita del 17% dell’e-commerce B2C arrivato a quota 13,3 miliardi.

Avevamo già parlato della crescita dell’e-commerce in Italia, ma vi torneremo presto in un prossimo articolo.
Alessandro SantambrogioLiquid Communication


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