di Amu.Art
Immaginate un set fotografico: modelle, luci, flash. Trasferite tutto quanto in un’altra dimensione. Un luogo di mistero in cui le donne stesse, nelle loro pose ed espressioni, si trasformano in magneti da cui è difficile staccare lo sguardo. È l’erotismo urbano di Helmut Newton, fotografo rivoluzionario del XX secolo. E’ così che il messaggero annuncia la mostra romana del fotografo Helmut Newton: “White Women, Sleepless Nights, Big Nudes” Dal 6 marzo fino al 21 aprile al Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale.
L’esposizione racchiude 200 immagini, scelte da June Newton, dei libri più celebri dell’artista:
“Sleepless Nights” del 1978.
“Big Nudes” del 1981; questi restano gli unici volumi interamente concepiti e curati dal leggendario fotografo in persona. Con il primo libro Newton porta il nudo all’interno del mondo della moda. Immagini provocanti che rivoluzionano il concetto di fotografia del mondo fashion e raffigurano il cambiamento della donna nella società occidentale. Con la seconda pubblicazione, l’immagine femminile si guarda dentro. In “Sleepless Nights”, i corpi delle donne diventano dei ritratti, e da ritratti mutano ancora in reportage da scena del crimine.
Con “Big Nudes” raggiunge la vetta. Qui inaugura una nuova dimensione, quella delle gigantografie che entrano nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. Tra le immagini più significative in mostra, il ritratto di Andy Warhol colto nella stessa posizione di una statua della Madonna fotografata in una chiesa toscana, Nastassja Kinsky che abbraccia una bambola dalle sembianze di Marlene Dietrich, o la fotografia della donna al cimitero del Père Lachaise di Parigi.