Modelli di Business 2.0

Creato il 15 luglio 2013 da Pedroelrey

In molti affermano che il 2013 è l’anno dell’affermazione dei paywall. Se certamente è l’anno nel quale, in particolare negli Stati Uniti, vi è stata un’ampia adozione dei paywall, tranne che in  rarissimi casi non si tratta di elemento che ha generato ricavi degni di nota e la propensione al pagamento, ad un esborso economico per ottenere notizie online resta davvero esiguo come conferma anche il “Digital News Report 2013” diffuso dal Reuters Institute for the Study of Journalism a metà giugno.

Ecco allora spuntare nuove idee, nuove proposte per monetizzare i contenuti editoriali. Dopo il reversed paywall, modello secondo il quale invece di far pagare il lettore gli si assegna un bonus economico iniziale che, se da un lato viene consumato con la lettura degli articoli, dall’altro lato viene incrementato premiando una serie di comportamenti “virtuosi”, si vanno facendo strada nuove proposte.

E’ il caso di alcune testate, tra le quali «Maxim» o «USA Today Sports», che stanno sperimentando una forma di paywall che invece di richiedere un pagamento obbliga il lettore a vedere un video pubblicitario per sbloccare il contenuto prescelto. Sistema che permette di monetizzare senza compromettere la numerosità degli utenti unici e delle visite al sito web come invece avviene nel caso dell’hard paywall o di penalizzare i lettori più affezionati come è insito nella logica del metered paywall.

Un altra sperimentazione in corso è portata avanti da Archie Comics, editore di fumetti, che si rifà al modello tanto diffuso nei videogames che consentirà Archie Comics di adottare un modello di pubblicità basato sulla ricompensa, dove gli utenti che non vogliono pagare possono accedere ai contenuti gratuitamente, impegnandosi con le offerte di Tapjoy. Le offerte sono annunci speciali che gli utenti possono visualizzare in luogo di pagare per un oggetto virtuale. Per esempio, invece di pagare 99 centesimi per un fumetto digitale, un utente potrebbe accettare di guardare un video annuncio, fare un sondaggio, o comunque interagire con un annuncio. Una volta completata l’interazione, Tapjoy sblocca il fumetto digitale per voi.

Ma, fortunatamente, non è solo all’estero che si assiste a novità e sperimentazioni ma, faticosamente, si vede la luce anche in Italia. Si tratta di Etalia, che avevo presentato insieme ad Aldo Daghetta, co-fondatore dell’iniziativa, al Festival Internazionale del Giornalismo del 2012, e che, finalmente, verrà lanciata ad ottobre di quest’anno.

Se da circa un mese stavo, silenziosamente, testando la piattaforma, il suo avvio è ufficializzato dallo stesso Daghetta in un’intervista pubblicata su «Il Corriere della Sera» sabato in cui illustra il modello sostenibile di monetizzazione e revenues sharing che, finalmente, include editori ed anche lettori ed approfondito ulteriormente in una discussione nata su Facebook sul tema.

Dopo dieci anni in cui si parla, ed ovviamente straparla, di web 2.0, finalmente si inizia a vedere qualcosa che esce dai soliti criteri e canoni. Modelli di business 2.0, appunto.


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