MODENA. Le linee guida OMS sul trattamento del dolore da cancro moderato ridiscusse da uno studio modenese.
Creato il 10 gennaio 2016 da Agipapress
MODENA. Morfina a dosaggi
adeguati utilizzata da malati oncologici permette un controllo reale del dolore
moderato e non provoca alcun aumento della tossicità.
Questo il risultato di
uno studio di ricerca indipendente, cioè non finanziato da alcuna casa
farmaceutica, sul trattamento del dolore moderato provocato dal cancro condotto
da Unimore Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dall’Azienda
Ospedaliera Universitaria Policlinico e dall’ASL di Modena.
Il titolo dello studio prodotto
è “A randomized trial of low-dose morphine versus weak opioids in moderate
cancer pain”ed è stato svolto da Mario
Luppi, direttore della Cattedra e Struttura complessa di Ematologia di Unimore,
e da Elena Bandieri oncologo palliativista della AUSL di Modena.
Lo
studio è stato pubblicato sulla più prestigiosa rivista oncologica americana “The
Journal of Clinical Oncology” JCO, dalla quale ha ricevuto la speciale
considerazione degli editori del Jco e dell’ASCO, American Society of Clinical
Oncology
Negli ultimi decenni l’OMS ha suggerito per trattare il
dolore moderato da cancro, tre gradi successivi di scala analgesica: 1° livello
con uso di anti infiammatori (FANS), 2° con oppiacei deboli, 3° con oppiacei
forti come ad esempio la morfina.
“Questo studio di Unimore, invece ha consentito di mettere in discussione le linee guida e le
raccomandazioni dell’OMS anticipando al 2° livello l’uso di oppiacei da terzo
livello come la morfina consentendo un maggiore controllo del dolore moderato
ma senza alcun aumento della tossicità, se adottato con i dosaggi corretti e
adeguati alle esigenze. La ricerca è stata svolta con 240 pazienti che
accusavano dolore da cancro curati in diversi centri oncologici italiani. Il
risultato ha fatto registrare per l’88% su 118 di loro, trattati con morfina,
un maggiore controllo del dolore e una sua riduzione del 20%, contro il 57,7%
su 122 pazienti trattati con oppiacei deboli come da linee guida OMS.
Una riduzione del
dolore clinicamente molto rilevante e pari al 50% è stata anche ottenuta nell’
83% dei pazienti trattati con morfina rispetto al 49% dei pazienti trattati con
oppiacei deboli.
Finora solo altri
tre studi avevano ricercato una corrispondenza tra l’uso di oppiacei e trattamento
del dolore moderato ma il numero di pazienti esaminati era molto ridotto e poco
significativo. Da ora la situazione si prospetta diversa e l’obiettivo di
modificare le linee guida dell’OMS una possibilità concreta.
(mpa)