Eccomi a scrivere una sorta di seguito di Moderatismo VS Estremismo cap. I . In questa occasione, che potrà avere anche a sua volta un ulteriore seguito, tenterò di approcciarmi al discorso del moderatismo politico in modo meno generale, analizzando rapidamente alcuni luoghi comuni e alcune “leggi” di questa corrente di pensiero.
In Italia quasi il 40% degli aventi diritto non votano: è il partito di maggioranza relativa in Italia, quello degli astenuti. Quanti di questo 40% sono persone che per la propria conformazione sociale e culturale sono oneste, solidali, per la pace, attive nei movimenti quindi diciamocelo, di sinistra, eppure non votano sinistra? Secondo me di questo 40% almeno la metà sarebbero voti recuperabili (che quindi, anche senza il voto moderato o mediano che dir si voglia, farebbero portare a casa, senza compromessi, la contesa elettorale) con però una netta inversione di tendenza politica del centro-sinistra e con un’emersione maggiore della sinistra. Non prendiamoci per il culo: il PD con il suo modo molle di fare opposizione, con le sue tendenze politiche centripete ecc ha scoraggiato e scoraggia e allontana dalle urne una buona fetta di elettorato di sinistra, forse poco informato ma genuinamente di sinistra. Così come poco informata probabilmente è quella fetta di popolazione che ha smesso di votare comunista, e ha smesso proprio anche di votare, quando i comunisti sono usciti dal Parlamento… e poi c’è l’antipolitica, dobbiamo farci i conti! O vogliamo appaltare tutto il terreno oggi fertile dell’antipolitica a Grillo e ai grillini, movimento senza gambe ma vergognosamente in crescita?
D’ora in poi, vi prego, quando sentite un politico o un’opinionista sostenere la necessità assoluta del voto dell’elettore mediano per vincere, ditegli di no, ditegli che non è così, maledizione! E’ finzione! La chiave di svolta politica oggi in Italia per garantirci un futuro migliore è ritornare ad una politica migliore, spostando l’asse politico a sinistra, riallacciando strettamente i rapporti con quella parte grossissima di elettorato che, scontento o deluso o scoglionato, non vota più a sinistra e neanche a centro-sinistra.
Nicolò Ollino