Sono pertanto stato attirato da quanti pochi elementi ci bastano per esprimere un giudizio, per aggiungere una storia, proiettare un film. E' il caso delle foto sfuocate, ed in particolare quelle contenenti elementi umani.
Molto viene dato dal colore.
Macchie circolari color pelle, anche su sfondo dello stesso tono, fungono da visi, magari forniti di eloquenti espressioni. In questa coppia lo sguardo dell'uomo rivolto alla donna che non ricambia lo sguardo ma, con un pò di altezzosità, guarda solo davanti. Non solo si giudica ma si costruiscono anche storie con molta facilità, come andrà a finire?
O il duro lavoro manuale di questo contadino che spinge la sua carriola.
Quando le cose non si vedono bene, paradossalmente ci accorgiamo come la nostra vista sia dotata di un'estrema sensibilità. Questa ci racconta delle storie, ci descrive dei finali. E' anche possibile iniettare in altre immagini, altre storie qui. Ma nulla viene svelato del finale che è di competenza esclusiva dei lettori delle immagini.
Vale, allora, anche qui l'equivalenza tra "modo di vedere" e "modo di pensare"?
E nella realtà, quanta messa a fuoco utilizziamo per comunicare con le persone che ci circondano?