Modigliani e la Bohème di Parigi: Modì Sbarca a Torino

Creato il 18 marzo 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
"Perché con un occhio guardi il mondo, con l'altro guardi dentro di te".

I giornalisti non si sanno vestire, penso appena entro nella grande sala conferenze della GAM, la Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Per un po' rimango distratta dai mocassini, dalle giacche improbabili e dai rossetti sbavati sulle labbra, ma poi torno a concentrarmi sul motivo per cui sono lì. Ė il 13 marzo 2015, fa un caldo insolito per Torino, e io sono stata invitata a partecipare alla vernice della mostra Modigliani e la Bohème di Parigi, che la città piemontese ospiterà fino al prossimo 19 luglio.

Jean-Michel Bouhours, tra i massimi studiosi di Amedeo Modigliani oltre che curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi, tiene la conferenza stampa con un entusiasmo che fa subito trasparire la sua passione per il pittore livornese, che, dopo Renoir, arricchisce la stagione 2015 delle mostre della GAM.

Intorno alla figura di Modigliani, viene presentata la straordinaria atmosfera culturale della Ėcole de Paris, corrente che ebbe come protagonisti alcuni artisti attivi nel primo dopoguerra, spesso esuli ebrei perseguitati nel loro paese di origine, che si raccolsero intorno a Montmartre e Montparnasse uniti dal desiderio di vivere in pieno il clima artistico e culturale di Parigi, creando una completa simbiosi tra vita e arte e distinguendosi per uno stile molto personale ed un'esistenza dissoluta e priva di regole.

Le circa novanta opere che possiamo ammirare al GAM raccontano proprio quella fondamentale esperienza del primo Novecento, anche grazie alla presenza di capolavori di altri artisti come Costantin Brancusi, Chaim Soutine, Maurice Utrillo, Marc Chagall, Juan Gris, Louis Marcoussis, Pablo Picasso e Léopold Survage.

Partendo dal significativo corpus di opere del Musée National d'Art Moderne - Centre Pompidou (sessanta sono, infatti, le tele arrivate da Parigi), l'esposizione punta dunque a regalare al suo visitatore tutta la bellezza e l'eterogeneità del movimento centripeto rappresentato dalla Scuola di Parigi.

La mostra, pensata anche per divenire interattiva sui social network (è stato creato un hashtag apposito: #modiglianitorino), è costruita in cinque sezioni, che analizzano la vitalità parigina del periodo.

La prima sezione mette a confronto i ritratti di Modigliani con il Ritratto di Modigliani di Andrè Derain e Gotine rosse di Giovanni Fattori.

La seconda si occupa delle sculture di Modigliani e delle influenze che il primitivismo e Brancusi hanno avuto su di lui.

La terza si concentra sugli artisti che si incontravano nei café, nei bordelli e nelle strade di Montmartre e Montparnasse.

La quarta e la quinta analizzano il rapporto tra Modigliani e il cubismo e il fermento culturale e la libertà che Parigi garantiva nei primi anni del Novecento.

La GAM propone inoltre varie attività alle famiglie, agli insegnanti, alle scuole e ai singoli appassionati, organizzando conversazioni, workshop, progetti di formazione e laboratori per persone con disabilità.

Cammino osservando i quadri e le sculture e quasi dimentico che i giornalisti non sanno vestirsi. E mentre quest'ultimi mi passano accanto chiacchierando di tutto tranne che delle opere esposte, opere che, messe lì e sapientemente ordinate, disegnano un percorso suggestivo ed emozionante. Un percorso che crea una perfetta fusione tra la vita e l'arte di Modigliani e quella degli altri artisti ospitati dalla galleria torinese.


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