Mohammed Helmy /Il coraggio dell'accoglienza/Oltre il concetto di razza e di appartenenza religiosa

Creato il 16 ottobre 2013 da Marianna06

 

Viveva a Berlino il medico egiziano Mohammed Helmy,che assieme alla fidanzata Frieda Szturmann,  diventata in seguito sua moglie, salvò dall’olocausto un’intera famiglia di ebrei, facendoli rifugiare in un capannone di sua proprietà anche a rischio della propria vita.

 È il caso commovente e unico del primo arabo riconosciuto Giusto tra le nazioni da Israele, in cui lo Yad Vashem è alla ricerca dei familiari per la consegna della medaglia, a pochi giorni dallo stesso riconoscimento attribuito alla leggenda del ciclismo italiano,il corridore Gino Bartali.

Helmy è morto in Germania nel 1982. E’ non è stato certo il primo musulmano a ricevere l’importante riconoscimento.

Di origine sudanese si era trasferito a Berlino nel lontano 1922 per studiare medicina

“Non appartenendo alla razza ariana, non aveva il diritto di esercitare nella sanità pubblica, né di sposare la fidanzata tedesca”, riporta l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah. Per questo motivo il dottor Helmy venne fatto licenziare dall’Istituto Robert Koch, dove lavorò fino al 1937. Fu, poi, arrestato nel 1939 e rilasciato dopo un anno per motivi di salute.

Definito ‘camita’ – ovvero, discendente di Cam, figlio di Noè - dalle leggi razziali in quanto nativo di Karthoum, Helmy non si rassegnò mai a denunciare le politiche sanguinarie dei nazisti nonostante fosse nel loro mirino, e si batté per aiutare i suoi amici ebrei.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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