Moige contro Domenica Live: "Basta alle porno-domeniche"

Creato il 20 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
"Ieri abbiamo assistito a una delle pagine più tristi e trash della nostra tv. “Italia, paese a luci rosse?” era il malizioso titolo della prima parte della trasmissione “Domenica live” di Canale 5, condotta da Barbara D’Urso, che ha scatenato reazioni indignate da parte di numerosi genitori che si sono rivolti al nostro Osservatorio Media", dichiara Elisabetta Scala, Vice Presidente e Responsabile Osservatorio Media Moige- Movimento Italiano Genitori.
"Tutto è iniziato alle 14:15 con il servizio sul fonico dei Modà indagato per molestie sessuali ai danni di minori, cui è seguita una Barbara D’Urso dichiaratasi “impressionata” dalle cose apprese sul tema del sesso nel preparare la puntata. Si sono quindi susseguiti servizi su: le molestie dei caporali nei confronti delle soldatesse nella caserma di Ascoli, con dichiarazioni “bippate” ma contenuti molto espliciti, il professore di Saluzzo che aveva rapporti sessuali con le studentesse, la clinica per i “malati d’amore”, la testimonianza dell’uomo sesso-dipendente fin dalla tenera età (che ha dichiarato di aver avuto la sua prima volta a 8 anni), la storia del sesso in cambio di lavoro ripresa da “Striscia la Notizia”. Alle 14:48 riflettori puntati sull’ospite di punta in studio su cui si è concentrato il dibattito: una donna che si dichiarava poliamorosa, con tanto di figlio di 10 anni che la guardava dalla regia. E ancora, servizi su: un bordello in Austria frequentato da italiani, un centro massaggi cinese che nasconde un giro di prostituzione, il “No pants day”, flash mob celebrato qualche giorno fa nel Regno Unito con protagonisti in mutande, gli “uomini posacenere”, con la testimonianza, ripresa dal programma “Lucignolo”, di una “donna dominatrice”, infine il sesso consumato nei parcheggi con relativi scambi di coppie. Inquadrato in questo degradante contesto, il collegamento da Rieti con la storia della suora che ha avuto un bambino".
"Diciamo basta a queste porno-domeniche di violazioni della fascia protetta. Ci appelliamo alla responsabilità sociale delle aziende perchè non continuino a inserire spot in questo programma trash che viola la sensibilità e la dignità dei nostri figli", conclude Scala.

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