Mokajena: Le Idi di Maggio Atto Primo

Creato il 21 maggio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Ileana Mancia 21 maggio 2014 ascoltare, musica, primo piano Nessun commento

Musica eterogenea frutto dell’unione di differenti inclinazioni ed influenze, e testi che, quanto mai attuali, raccontano lo smarrimento giovanile a fronte di una realtà sociale incerta e ostile. Questo è ciò che troviamo in Mokajena, l’appena uscito album d’esordio de Le Idi di Maggio prodotto e distribuito da VRec/Audioglobe. Pochi giorni prima di questo debutto discografico, in un mese particolarmente impegnativo, abbiamo incontrato il cantante del gruppo, Alessandro Scalamonti, per un caffè e per conoscere meglio il percorso musicale della formazione umbra.

So che avete cambiato il nome della band recentemente. Da molti anni siete presenti sulla scena live del centro Italia e chi vi segue vi conosce da sempre con il vostro nome storico: The Skaouts. Questo cambiamento segna anche il passaggio dal repertorio prevalentemente ska di una cover band a quello attuale, che contiene brani composti da voi. Parlaci di questo rinnovamento.

«Direi, scherzando, che siamo invecchiati profondamente. Il nostro percorso ha avuto inizio nel maggio del 2005 e il nuovo nome celebra sia questo primo incontro che il legame con il territorio, le tradizioni e tutto ciò che è il nostro vissuto (alle idi di maggio si rinnova ogni anno a Gubbio, città d’origine del gruppo, la tradizionale Festa dei Ceri, particolarmente sentita dalla popolazione, NdR). Nove lunghi anni in giro per l’Italia e un sacco di belle esperienze. Tre anni fa è iniziato invece il percorso compositivo autonomo che ha risentito di diverse fasi. La prima più legata a quel mondo, al suono in levare e alle esperienze fatte in veste di cover band. Le ultime decisamente più contaminate: siamo infatti un gruppo di undici elementi ed ognuno ha contribuito al raggiungimento di questa tappa, il primo disco, in base al proprio background musicale. Abbiamo convogliato qui tutto il nostro lavoro e adesso abbiamo la fortuna di poter girare le piazze con la nostra musica. Per rimarcare questo cambiamento abbiamo scelto un nuovo nome, Le Idi di Maggio, per l’appunto».

Direi che partendo dallo ska avete percorso principalmente due strade: una contaminata di swing, e una rivolta al panorama musicale del rock italiano.

«Tante in realtà sono le sonorità riscontrabili nella nostra musica. Sicuramente alcune provengono dai gruppi di cui abbiamo subito l’influenza, tra cui Ministri, Ska-P, Afterhours, Africa Unite, come anche dalla scena musicale giamaicana e dallo stile di Chicago. Credo che in un contesto sociale e territoriale come il nostro sia difficile e abbastanza limitante essere legati ad un’unica scena musicale e avere un genere preciso di riferimento. Siamo in una fase di ricerca di un’identità, il nostro al momento è un “eterogenere”. Figli dell’esplosione tecnologica digitale, con accesso a tutta la musica del mondo, abbiamo gusti molto variabili e molteplici vissuti, cerchiamo di declinare la nostra musica nel modo per noi più naturale. Credo che ad ogni modo rimanga sempre molto personale la lettura che proponiamo dei vari generi. Sicuramente alcuni brani rappresentano bene lo sviluppo della band a livello musicale, si slegano dai canoni del reggae e dello ska e spaziano in una scena più rock pur mantenendo la sessione di fiati. E continueremo a proporne altri dal vivo che vanno in questa direzione, brani che speriamo di includere nel prossimo album. Ci lasciamo questa possibilità di sperimentare, è molto stimolante».

Un album ricco di contaminazioni e contributi, tra cui quello di Cisco; avete lavorato assieme durante il periodo di registrazione e condiviso il palco ad Urbino. Mi parli delle varie collaborazioni e soprattutto di quest’incontro?

«Fin da questa prima uscita siamo riusciti a realizzarne tante. Nell’album ce ne sono cinque, ognuna a suo modo molto significativa. Lo abbiamo registrato presso la Barchessa Bolivar Recording Studio di Rubiera, avvalendoci della professionalità di Claudio Morselli, fonico eccezionale. Lì è nata la collaborazione con sua moglie Lucia Tarì, la splendida voce femminile di Sole spento dei Timoria, che ha partecipato a questo progetto. Avere la sua voce in 27 marzo è davvero una soddisfazione. Inoltre grazie alla sua ottima cucina ho preso diversi chili durante il periodo di registrazione, anche questo è stato significativo. In Mogano c’è una contaminazione hip hop proveniente dalla Cantiano Bastard Sound, gruppo emergente marchigiano, per Stella d’argento abbiamo collaborato con Oskar degli Statuto, Voglio tutto è stata registrata invece insieme a Massimo Marcer, musicista dell’orchestra di Moni Ovadia e di Roy Paci & Aretuska. Spero che potremo suonare presto insieme su un palco con ognuno di loro. La collaborazione con Cisco, uno dei grandi maestri della mia formazione musicale fin dall’adolescenza, è stata la ciliegina sulla torta. Amico da tanti anni di Claudio, con cui ha lavorato spesso durante le registrazioni degli album dei Modena City Ramblers, si è sempre dimostrato estremamente disponibile, sappiamo che predilige la nostra propensione allo swing e ha collaborato al nostro progetto a titolo totalmente gratuito, per stima artistica. Registrare con lui la terza traccia del nostro album e poter salire assieme sul palco è stato incredibile. Ad Urbino abbiamo avuto modo di apprezzare ancora di più la sua compagnia, trascorrendo il pomeriggio insieme, confrontandoci, ascoltando i suoi consigli, i suoi pareri su quello che è il nostro percorso musicale finora. Infine abbiamo suonato dal vivo canzoni sia nostre che sue, ed ha gradito molto la versione di Bella ciao proposta da noi. Che dire: davvero un onore».

Progetti in cantiere?

«Sta nascendo un bel progetto con Zibba. Abbiamo già suonato insieme, ci siamo rivisti in amicizia ed è sempre un piacere scambiare qualche chiacchiera con lui. Il 23 agosto suonerà a Gubbio, in provincia di Perugia, e noi apriremo il suo concerto. Ci piacerebbe proporgli una collaborazione da includere nel prossimo CD. Da un certo punto di vista le nostre strade credo siano simili ed ha intrapreso nel corso degli anni un bellissimo percorso cantautorale. Potrebbe nascere qualcosa di fantastico, ho grande stima di lui, ciò che scrive è davvero meraviglioso. E poi vorremmo conquistare, quasi stessimo giocando a Risiko, ogni piazza, ogni palco in cui portiamo la nostra musica. E certamente proseguire con le nostre collaborazioni, con le numerose amicizie che ci hanno permesso di crescere a livello artistico. È una fase molto positiva questa, dopo quasi dieci anni di musica insieme viviamo tutto come un nuovo inizio, ed è davvero stimolante».

Mokajena (Tracklist)

  1. Pane & coniglio
  2. Il paese delle meraviglie
  3. Plastica feat. Cisco
  4. 27 marzo feat. Lucia Tarì
  5. Orizzonte
  6. Avvocato in erba
  7. Stella d’argento feat. Oskar
  8. Adrenalina
  9. Mogano feat. C.B.S.
  10. Voglio tutto feat. Massimo Marcer
  11. Adalouise

Le Idi di Maggio

Alessandro Scalamonti (voce), Gabriele Bei Clementi (chitarra), Amedeo Ambrosini (chitarra), Andrea Sebastiani (basso), Andrea Benedetti (batteria), Lorenzo Cannelli (tastiera, piano, tromba e organo), Matteo Ciancaleoni (tromba), Giorgio Rossi (trombone), Flavio Pannacci (trombone), Davide Vagnarelli (sax), Leonardo Radicchi (sax)

Per maggiori informazioni

https://www.facebook.com/pages/Le-Idi-di-Maggio/212419155612142

Crediti

Le fotografie scattate al concerto di Urbino (29 aprile 2014) sono di Ileana Mancia

Immagine promozionale del gruppo – Foto: Adelaide Spadafora / Grafica: Andrea Benedetti.

Cover di Mokajena – Illustrazione: Luigi Stefano Cannelli / Grafica: Andrea Benedetti.


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