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MOLDAVIA: Bye bye Europa? L’ex primo ministro Filat si allea coi comunisti

Creato il 04 maggio 2013 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 4 maggio 2013 in Moldova with 0 Comments
di Davide Denti

Mozaic GuttormFlatabø Flickr

Si fa complessa la situazione politica in Moldavia. Mentre si avvicina la Pasqua ortodossa, l’ex primo ministro liberale ed europeista, Vlad Filat, estromesso a febbraio dal governo,ha stretto un’alleanza informale con l’opposizione comunista guidata da Vladimir Voronin, con il rischio di trovarsi a disfare, novello Penelope, le stesse riforme filoeuropee che il suo governo ha portato avanti negli ultimi tre anni.

In primo luogo, venerdì 3 maggio liberali e comunisti in Parliamento hanno rigettato la nomina del nuovo procuratore generale della repubblica, Corneliu Gurin. A seguire, hanno adottato un progetto di legge costituzionale che permette al Parlamento di Chisinau di rimuovere, con una maggioranza dei 3/5, i giudici della Corte Costituzionale; un progetto che è stato immediatamente criticato dalla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa sugli affari costituzionali. Secondo il suo presidente, Gianni Buquicchio, l’emendamento è “in evidente contraddizione con gli standard europei”: “subordinare i giudici alla fiducia del Parlamento è in evidente contraddizione con il ruolo di una corte costituzionale”.  Sulla costituzionalità di tale provvedimento dovrà pronunciarsi la stessa Corte costituzionale moldava. In terzo luogo, liberali e comunisti hanno modificato la legge elettorale, alzando la soglia di sbarramento dal 4% al 7%, mettendo così in difficoltà gli ex partner di coalizione dei liberali.

Secondo la Moldova Foundation, “dopo essere stato scalzato dal potere, l’ex primo ministro Filat in collaborazione coi comunisti sta agendo da terminator di ciò che aveva costruito. La Repubblica di Moldavia sta cambiando nel giro di una notte da una storia di successo ad un paese retto da una oligarchia

Con il de-consolidamento democratico della Moldavia, l’Unione Europea rischia di perdere l’ultimo “buon allievo” tra i paesi post-sovietici del Partenariato Orientale. L’alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton e il commissario ad allargamento e vicinato Štefan Füle hanno agito con insolita rapidità e incisività di linguaggio, diramando il giorno stesso il seguente comunicato:

Abbiamo appreso con forte preoccupazione l’adozione di un emendamento alla legge sulla Corte costituzionale della Repubblica di Moldova, permettendo la rimozione di giudici della Corte costituzionale, se non hanno la “fiducia” del parlamento. Questa legge, così come un certo numero di altre leggi importanti, che toccano temi fondamentali per il funzionamento della democrazia della Moldavia, sono stati adottati con estrema rapidità, e senza un’adeguata consultazione con la società moldava, né appropriato riguardo agli standard europei sulla riforma costituzionale, in particolare quelli della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa. A questo proposito, condividiamo pienamente le preoccupazioni espresse dal Presidente della Commissione di Venezia nella dichiarazione che ha rilasciato oggi.

Ci rendiamo conto che queste leggi, in aggiunta alle misure che interessano i giudici della Corte Costituzionale, includono misure sulla legge elettorale, la soglia richiesta per i partiti di entrare in parlamento, i poteri del Primo Ministro ad interim di licenziare ministri e direttori di istituti e un cambiamento nello stato del Centro nazionale anti-corruzione. Ciò segue un preoccupante nuovo modello di processo decisionale in Moldavia, che si riflette anche in altre iniziative legislative recenti, in cui le istituzioni dello Stato sono state utilizzate per l’interesse di pochi. Ribadiamo la nostra preoccupazione che tali misure, effettuate senza un’adeguata preparazione e consultazione, potrebbero costituire una minaccia per l’indipendenza delle istituzioni nazionali di riferimento, e un ostacolo allo sviluppo e stabilità della democrazia e dello stato di diritto in Moldavia.

Esortiamo i leader politici della Moldavia a non perdere di vista l’impatto a lungo termine delle loro decisioni, tra cui il raggiungimento delle aspirazioni della Moldova.

Foto: Guttorm Flatabø, Flickr

Tags: Catherine Ashton, Commissione di Venezia, Davide Denti, ENP, Gianni Buquicchio, Moldova, Moldova Foundation, partenariato orientale, Štefan Füle, Vlad Filat, Vladimir Voronin Categories: Moldova


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