Oggi è un oggetto di quelli cult, degno di feticismi analoghi a Apple per i pc e Louis Vuitton per le borse. Ne esistono di tutti i colori e versioni. Non ne ho mai posseduta una, fino a poche ore fa.
Durante la giornata ho riflettuto molto su come usarla. Tante, troppe volte ho iniziato quaderni gettati via dopo una manciata di pagine, vittime dell'entusiasmo che non sta al passo con i ritmi della mia mente. Ho allora ricordato un paio di piccoli blocchetti a spirale che per anni ho portato sempre con me, in cui annotavo spunti e idee per racconti che non ho mai scritto. Anche loro sono finiti vittima del repulisti del mio passato.
Oggi sono rinata con nuovi spunti e nuove idee.Ho messo la mia prima moleskine in borsa. Forse non viaggerò tanto come Chatwin, ma le idee arriveranno ugualmente. Sto attraversando la lenta fase del ritorno, in cui i concorsi letterari mi danno una regola e rileggere i vecchi racconti mi dà speranza. La moleskine sarà (spero) un passo avanti verso una nuova fase, quella dell'amore. In cui imparo ad amare i personaggi mentre li creo. In cui mi fermo a rileggere senza superficialità, ma al tempo stesso senza dannarmi per ogni singola parola. In cui fra dieci anni ripenserò a questi giorni ericorderò, riga per riga, come ogni storia è stata concepita.