La sede del vecchio Kursaal a Taormina
Berlusconi l'aveva detto: per rilanciare Lampedusa ci porteremo un casinò. Come se quella fosse l'urgenza più impellente tra gli investimenti turistici nell'isoletta delle Pelagie. Però è ormai consueto tirare fuori la proposta-casinò come opportunità di crescita per la
Sicilia. Da moltissimi anni (io lo sento dire da quando sono piccolo) si parla della riapertura della storica casa da gioco nella splendida
Taormina. Adesso il deputato regionale Giuseppe Arena (Mpa) ha presentato un disegno di legge per l'apertura di sei casinò in altrettanto località turistiche siciliane. Oltre alla "solita"
Taormina e la stessa Lampedusa, in lizza ci sono Agrigento, Catania, Cefalù e
Pantelleria. I sindaci e gli assessori di questi comuni sembrano tutti d'accordo. Vale la pena citare per esteso le parole di Arena in conferenza stampa: «È ora di smetterla con i pregiudizi, le ipocrisie, e i falsi moralismi. Non si può continuare ad offendere l’intelligenza dei siciliani con la solita stucchevole barzelletta che i casinò in Sicilia non potranno mai essere realizzati a causa delle infiltrazioni mafiose e del riciclaggio di denaro a meno che qualcuno non pensi - operazione assai ardita - di relegare il fenomeno mafioso solo entro i confini di casa nostra. Le mafie e le attività criminali sono i mali del secolo e sono purtroppo presenti in tutto il pianeta, eppure il mondo è pieno di casinò».
Giuseppe Arena dà anche un po' di numeri: 21 in Slovenia, 13 in Spagna (tutti dentro gli alberghi), 9 in Portogallo, 185 in Francia, 78 in Germania, 18 in Austria, 9 in Belgio, «senza contare la dirimpettaia Malta, che tanto invidiamo» (cit.).
Io non mi sento offeso, in realtà, né ho mai creduto alla favoletta (altro che barzelletta) della mafia solo siciliana. La questione-casinò è vecchia e non ho nessuna competenza specifica. Non amo granché l'idea della casa da gioco come unico volàno per lo sviluppo turistico dell'Isola. Non direi proprio che alla Sicilia manchino risorse - direi quasi "materie prime" - per organizzare una decente economia turistica. Certo, bisogna pure curarle le proprie ricchezze turistiche... Poi i casinò potrebbero essere qualcosa in più, ma non l'unico investimento. Peraltro noto la singolare coincidenza dell'annuncio di Arena con la decisione unanime della Camera di accordare un regime di esenzione fiscale per i privati e le aziende a Lampedusa finché non viene risolta la cosiddetta "emergenza" immigrazione. I responsabili e i gestori dei casinò precisano comunque che il riciclaggio di denaro è praticamente impossibile. Fatto sta che per Arena questa "straordinaria occasione di sviluppo" è stata spesso negata dai governi nazionali, soprattutto quello attuale «da sempre ostile alla nostra terra e oggi più che mai prigioniero delle logiche e delle lobby del nord». Coi casinò si potrebbe riparare dunque a questo torto subìto dai siciliani e finalmente la Sicilia si allineerebbe alle altre regioni italiane che hanno case da gioco. Sanremo, Campione d'Italia, Venezia, Saint-Vincent, Bagni di Lucca (riaperto nel 2009, primo automatizzato al mondo): ecco, grazie ai casinò la Sicilia si allineerà alla Liguria, la Lombardia, il Veneto, la Valle d'Aosta e la
Toscana. Ma a cosa si allinea, alla profonda crisi del casinò nell'
exclave di Campione? O alle solite insistenti voci sul riciclaggio, per quanto negato o ricondotto alla logica del "mal comune"?
La tanto invidiata dirimpettaia Malta non sfugge a tutto ciò, almeno da quanto risulta da qualche seria inchiesta delle procure italiane. Mettiamoci pure la situazione particolare a
San Marino. Da più di cinquant'anni la Repubblica del Titano si è impegnata a non aprire case da gioco, ma nel 2007 è stato creato un Ente di Stato sammarinese dei Giochi, preludio alla riapertura di un casinò. Però toccherà all'Italia decidere, dato che esiste un accordo tra i due Paesi sul divieto del gioco d'azzardo legale a San Marino. Dovrà decidere lo stesso Stato, l'Italia, che non ha leggi chiare e univoche sulle sue case da gioco, a tal punto che un'altra regione a statuto speciale, il Friuli-Venezia Giulia, ha provato - invano, bloccata dalla Corte Costituzionale - a creare in autonomia nuovi casinò sul suo territorio.
Si faranno o no questi casinò in Sicilia, dunque? Le scommesse sono aperte, fate il vostro gioco.