Ma andiamo con ordine. La storia ha come protagonista Oskar, un bambino di nove anni che ha perso suo padre nell'attacco delle torri gemelle. Trova un vaso in un ripostiglio con, all'interno, una chiava. Su questa chiave c'è scritto "Black". Da questi elementi Oskar deduce di dover fare una ricerca per poter capire cosa apra quella chiave e cosa abbia a che fare con suo padre. Morto nell'attacco delle torri gemelle, è vero, ma il cui corpo non è mai stato trovato tanto che al suo funerale è stata seppellita una bara vuota.
Oskar è un ragazzino molto sensibile che serba anche un segreto - in merito agli ultimi minuti di vita di suo padre - che non ha mai trovato il coraggio di svelare.Ha una personalità molto particolare: è testardo, ha molta fantasia, vive sensazioni contrastanti in merito alla situazione venutasi a creare in casa, nella sua vita, dopo la morte di suo padre.
Nella ricerca di ciò che è nascosto dietro ad una chiave Oskar inizia un percorso di analisi e di approfondimento anche delle sue sensazioni, della sua vita.Il racconto di Oskar è intervallato da racconti fatti da altre persone, i suoi nonni in particolare, che raccontano delle verità parallele, solo per metà note ad Oskar.
Lui, un bambino di nove anni, si troverà davanti a situazioni che non riesce a comprendere appieno se non dopo molto tempo...
Lo so, non si capisce più di tanto della trama del libro ma sarebbe impossibile dire di più senza togliere il gusto della lettura. Basti pensare che la tecnica narrativa usata è senza ombra di dubbio la più originale che io abbia mai letto... Quel "mal di testa" che rischiavo di veder alimentato in alcuni momenti ben fa capire come sia confuso e genuino il modo di raccontare di Oskar che lo fa come un ragazzino di nove anni potrebbe fare. L'abilità dell'autore credo che sia proprio nell'essersi saputo calare nei personaggi in modo efficace. E quella confusione iniziale fa parte di tale abilità. Una tecnica narrativa diversa, più piatta e standard credo che non avrebbe reso.
Il tutto è reso ancor più particolare dal fatto che nel libro sono state inserite anche immagini di ciò che Oskar vede, ciò che fotografa, ciò che ha attorno a se. Immagini che integrano il racconto e che sono davvero particolari. Se avessi deciso di smettere la lettura credo che avrei perso l'occasione di misurarmi con un romanzo diverso dal solito e sono contenta di aver perseverato ed essere arrivata fino alla fine.
Alcuni passaggi, comunque, mi sono sembrati un po' assurdi.* Al ragazzino viene spesso offerto qualche cosa da bere: lui chiede caffè e gliene danno tutti... Ma ha nove anni...* Oskar esce da casa, marina la scuola, si sposta da una zona all'altra per ore ed ore durante la sua ricerca e lo fa in modo del tutto inosservato: questo aspetto, però, viene chiarito alla fine del libro... e si capisce il perchè di una situazione di questo tipo.
Lettura consigliata?Si, a chi non si lascia spaventare da stili narrativi fuori dalle regole tradizionali, a chi ama sperimentare anche nelle letture.No, a chi è più tradizionalista e potrebbe rischiare di perdersi.***Molto forte, incredibilmente vicinoJonathan Safran FoerLe Fenici13.00 euro