La nottata ha conseguenze inaspettate, e una volta scoperto di essere incinta, Alison dovrà decidere cosa fare della sua vita, del suo lavoro e del rapporto con Ben, a prima vista certo non idilliaco.
Judd Apatow, con quello che può essere considerato una sorta di suo clan, si sono ritagliati, negli ultimi anni, uno spazio sempre maggiore all'interno della realtà della commedia made in Usa, convincendo anche molti appassionati di Cinema colto a colpi di grottesco e volgarità assolutamente irresistibili neanche fossero un'incarnazione del Kevin Smith migliore: pellicole come SuXbad o Pineapple express ne sono ormai la testimonianza effettiva - anche per il sottoscritto -, avendo fornito una sorta di standard anche all'interno della filmografia del regista e produttore.
Sarà per questo, sarà per la mancanza del brio dei lavori precedenti, sarà per l'eccessiva durata - patita, in qualche modo, anche nell'appena citato Strafumati -, ma Molto incinta non mi ha convinto così tanto.
Tolto, infatti, l'adattamento assolutamente insensato dell'originale "Knocked up" - ma con i film di Apatow, in fondo, ci siamo abituati a scempi di questo genere -, paiono venire meno molti dei tratti distintivi della "poetica" del regista, sacrificati ad una struttura e ad uno svolgimento più simili a quello delle commedie romantiche canoniche, che personalmente di solito trovo piuttosto stoppose, se la fase di scrittura manca del mordente necessario.
Assieme agli horror, infatti, trovo che le pellicole sentimentali siano tra le più difficili da scrivere per uno sceneggiatore, soprattutto nel caso di mancanza di drammi o, come per Molto incinta, se l'idea è quella di proporre un film che possa concentrare sentimenti e risate sguaiate in modo da accontentare entrambi i componenti di una coppia una volta giunti in sala, evitando litigi all'uscita - e a volte anche prima -.
Ed è proprio con la sceneggiatura che i limiti di questo film spuntano fuori come funghi - non allucinogeni, purtroppo -: la situazione lavorativa di Alison, il rapporto con la sorella, l'atteggiamento di Ben rispetto alla paternità e ai suoi compagni, con il passare dei minuti, più che essere approfonditi, passano con leggerezza e una certa sufficienza a dare il minimo indispensabile - e spesso anche qualcosa in meno - in attesa del finale, creando una sensazione di noia diffusa non controbilanciata dalla consueta dose di risate e situazioni assurde cui questo tipo di pellicole ci aveva abituato in altre occasioni.
In qualche modo pare quasi che Apatow abbia tentato il salto di qualità unendo la sua comicità demenziale ad un film per i suoi standard più impegnato senza riuscire a centrare del tutto l'obiettivo, e facendo rimpiangere quella che, ormai, è la pellicola di riferimento per questo genere: Zack&Miri make a porno di Kevin Smith, un vero e proprio gioiellino capace addirittura di prendere il posto, nel mio cuore, dei due indimenticabili Clerks.
Del resto, non tutti sanno essere estremamente volgari, irresistibilmente divertenti, inguaribilmente romantici e in grado di conquistare il lato azzurro e quello rosa della platea contemporaneamente.
Certo, non tutti sono Kevin Smith.
E Judd Apatow deve, dico deve, tornare ad occuparsi di quel cameratismo che tanto manca a Ben e Pete, e riduce quest'ultimo alle sessioni di fanta-baseball all'insaputa della moglie.
Perchè tolto quello, del suo Cinema resta davvero pochino.
MrFord
P.S. Da spettatore di Grey's anatomy, inoltre, non posso che riscontrare l'incapacità attoriale - ed anche una certa antipatia - che il grande schermo induce in Katherine Heigl, decisamente più a suo agio nell'universo delle serie tv rispetto a prove come questa o all'indecente 27 volte in bianco.
Quindi, prima che sia troppo tardi, le converrà decidere di tornare a vestire i panni di Izzie Stevens.
"That's my daughter in the water
everything she owns I bought her
everything she owns.
that's my daughter in the water,
everything she knows I taught her.
everything she knows."
Loudon Wainwright III - "Daugter" -