Molto meglio una mimosa di una quota rosa

Creato il 08 marzo 2014 da Salvatore Cugliari

La legge elettorale è finalmente (pensate come stiamo messi!) in Parlamento. L’ibrido istituzionale, figlio di un accoppiamento abbastanza insolito ma oramai profondamente radicato nella politica e nella mentalità italiana, è attualmente sottoposto al dibattito parlamentare che dovrebbe, quantomeno, smussare gli angoli deboli di questa legge farlocca che ha indotto molti a gridare a squarcia gola: “Ridateci il Porcellum!”.

Renzi è molto sicuro di sé e della sua maggioranza. Non si aspetta, egli pretende un voto positivo alla sua (non proprio sua) legge elettorale. Il, così detto, Italicum ha, però, aperto diverse crepe e fratture non solo all’interno della maggioranza di governo. Sembra infatti che in FI ci sia una specie di scontro interno sulla parità di genere. Brunetta afferma: ”Parità di genere nelle liste, una legge non è il metodo giusto, privilegia solo quelle più ubbidienti”. La Carfagna, dal suo canto, ribatte: “Le quote rosa sarebbero uno strumento in più per attaccare la legittimità delle donne nel ruolo che ricoprono”.

Siamo nel 2014 è ancora, pensate un po’, si dibatte sulla parità di genere. Secondo me, c’è di fondo qualcosa che non va o che non torna. Comunque, è indubbio che le donne siano ingiustamente “discriminate” e “accantonate” soprattutto nell’ambito politico e istituzionale, ma introducendo le “quote rose” non finiremo per peggiorare ulteriormente la situazione? Non finiremo per ottenere un effetto contrario? Un effetto boomerang?

Io, come cittadino, mi aspetto che i miei rappresentanti al governo siano scelti in qualità di persone effettivamente competenti e idonee a ricoprire una certa carica e non poiché siano donne. A me, sinceramente, che il ministro dell’Interno sia una donna o un uomo o un transgender non me ne può fregar di meno. A me interessa che la persona che verrà scelta per ricoprire quel determinato ruolo sia una personalità pregiata e credibile.

Introducendo un obbligo numerico per quanto riguarda le donne al governo non passerà il messaggio che le donne siano avvantaggiate in quanto tali e non meritevoli nell’esserlo? La “quota rosa” non induce a pensare che il ruolo femminile sia il solo risultato di un “doveroso equilibrio formale”? Attraverso le “quote rosa”, più che abbattere le scandalose barriere ideologiche legate al concetto di maschio e femmina, non finiremo per crearne delle altre?

Se la proposta sulle “quote rosa” passerà, a mio parere, la classe dirigente finirà per gettare la spugna della battaglia sulla parità di genere, lasciando così vincere una mentalità malsana che più che assecondare bisognerebbe seriamente combattere.

Oggi è l’8 marzo! Oggi è la festa delle donne! Un augurio di vero cuore a tutte le donne e a tutti colori i quali credono che la parità di genera non debba essere imposta ma essere assimilata come concetto assolutamente giusto e sacrosanto. Molto meglio una mimosa di una squallida “quota rosa”.