Ratzinger ha potuto dimettersi in virtù del Codice di Diritto Canonico che al canone 332, paragrafo 2, prevede: «Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità, che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata. Non si richiede invece che qualcuno la accetti».
I due punti fondamentali sono dunque la libertà e la manifestazione debita. Quindi Ratzinger si è dimesso – legittimamente – consapevole che il suo corpo non è più in grado di sostenerlo nel suo incarico: una scelta che deve essere solo rispettata.
Se il papa, che per i cattolici è il rappresentante di Dio, è stato costretto a dare importanza alla mancanza di forze e di salute per quale motivo questa possibilità deve essere preclusa ai tanti “comuni mortali” che non sono liberi di ricorrere all’eutanasia?
Se i requisiti fondamentali affinché un pontefice rinunci al suo soglio sono la libertà e la manifestazione debita, per quale motivo non è possibile che ciascuno possa decidere – come ha fatto il papa – del proprio destino scegliendo, in libertà e manifestando la propria volontà, di interrompere determinate cure? Se anche Ratzinger è stato libero di dimettersi dal suo ministero con una semplice manifestazione di volontà, per quale motivo un uomo comune non può essere libero di “dimettersi dalla sua vita” in caso di malattie gravi ricorrendo all’eutanasia?
Secondo il codice di diritto canonico la scelta di dimettersi da parte del pontefice è libera e «non si richiede invece che qualcuno la accetti». Perché la Chiesa non pone nessun ostacolo ad una decisione tanto grave assumendo come principi massimi quello della libertà e della manifestazione della volontà ma la stessa Chiesa si oppone che la libertà e la manifestazione della volontà siano elementi sufficienti per decisioni meno importanti che riguardano l’individuo? Per la Chiesa un papa può dimettersi dal suo incarico a patto che sia libero e che manifesti la propria volontà e nessuno può impedire tale decisione. Allo stesso modo la Chiesa si oppone che un individuo, libero e manifestando la propria decisione, possa assumere delle decisioni meno rilevanti per la società come interrompere le cure a cui è sottoposto (ossia ricorrere all’eutanasia passiva) oppure contrarre matrimonio con una persona dello stesso sesso.
Nel caso di Ratzinger la libertà e la manifestazione della volontà sono elementi sufficienti per una decisione su cui tutto il mondo sta puntando la propria attenzione. Nel caso in cui il signor Rossi volesse sposarsi con una persona dello stesso sesso oppure decidesse di sospendere le cure a cui è sottoposto, la libertà e la manifestazione della volontà non sarebbero elementi sufficienti nonostante per la società le ripercussioni di tali scelte sarebbero di gran lunga inferiori.
Se la Chiesa cattolica fosse in minima parte coerente avrebbe dovuto impedire a Ratzinger di dimettersi: doveva restare papa fino alla morte ed accettare il proprio destino così come sono costretti ad accettarlo i tanti malati terminali che non possono scegliere di rinunciare alle cure.
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