a
Molto rumore per nulla! Questa è l'esclamazione che mi è passata per la testa (parafrasando una delle più celebri commedie di William Shakespeare) non appena ho appreso della notizia della prematura chiusura della di Moon Knight lanciata dalla Marvel, con grande clamore, solo pochi mesi fa da Warren Ellis, Declan Shalvey e Jordie Bellaire. Preceduta da un possente lancio promozionale (lancio che aveva suscitato l'interesse della testata on-line del Los Angeles Times - ve ne parlai QUI), la serie dedicata al cavaliere lunare era parte integrante della seconda, e più coraggiosa, parte del rilancio Marvel denominato All-New Marvel NOW! (che per l'appunto faceva seguito al Marvel NOW!). Se nel corso del Marvel NOW! gli sforzi della casa editrice si erano concentrati sul rilancio delle Big Guns, cioè gli eroi più famosi e più amati dal pubblico (anche a causa delle ormai numerose pellicole cinematografiche che li vedono protagonisti), con l'All-New Marvel-Now la casa delle idee ha provato a riportare sotto i riflettori gli eroi di secondo piano, quei personaggi che in alcuni casi sono molto amati dalla schiera degli appassionati, ma che spesso faticano ad affermarsi o a recepire l'attenzione del grande pubblico.
Al momento non ci è dato sapere se la serie si è rivelata un fragoroso insuccesso di vendite o se si tratta di una chiusura forzata dovuta a qualche divergenza creativa tra Warren Ellis e la Marvel, di certo non è la prima volta che allo scrittore britannico viene affidato un ambizioso rilancio solo per vederlo poi naufragare dopo pochi numeri (e chi ha detto Hellblazer e Iron Man ha fatto centro!).
Le copertine del primo e dell'ultimo numero di Moon Knight
Meno clamoroso, ma comunque sintomatico di un momento forse un po' difficile (o almeno di revisione di alcune scelte compiute solo pochi mesi fa), è l'avvicendamento ai testi della serie dedicata a Hulk (anche questa recentemente rilanciata nell'ambito dell'All-New Marvel NOW!); Mark Waid, dunque, dopo appena cinque albi lascerà il posto al lanciatissimo Gerry Duggan (scrittore di Deadpool e Nova).
La tenuta della serie da parte di Duggan inizierà ad agosto con una storia intitolata The Omega Hulk (albo che per l'occasione presenterà una copertina di Gary Frank, un nome che non può lasciare indifferenti i fan del colosso di giada); a proposito della sua gestione della serie di Hulk, lo scrittore ha dichiarato: "Sono molto emozionato per Hulk perché ho in mente dei programmi davvero bizzarri. Ho fatto alcune chiacchierate con Mark, e credo che ciò che ha fatto con Hulk e Banner sia davvero un lavoro brillante. Un lavoro davvero ben concepito e logico; naturalmente Bruce stringerebbe quel tipo di accordo con lo S.H.I.E.LD. per un laboratorio dotato di finanziamenti senza limiti in cambio di lasciar libero all'occorrenza il mostro."
Naturalmente Duggan dovrà tener conto anche della sorprendenti rivelazioni sulle vere origini del Mostro (o su chi davvero ha provocato l'incidente che ha trasformato Bruce Banner nel Golia Verde) venute a galla nel corso di Original Sin.
Hulk
illustrazione di Gary Frank
Se la Marvel ha qualche problema con gli autori del presente, di certo i rapporti con alcuni autori che hanno contribuito a fare grande la casa delle idee non sono idilliaci. E' consuetudine ormai collaudata, infatti, che nelle pellicole cinematografiche dedicate agli eroi Marvel ci sia sempre (o quasi) spazio per un cameo di Stan Lee e di alcuni degli autori che hanno fatto la storia di quei personaggi (basti pensare all'apparizione di Ed Brubaker nella recente seconda pellicola dedicata a Capitan America); tradizione che non mancherà di essere onorata anche nell'imminente X-Men: giorni di un futuro passato. Nella pellicola di Bryan Singer ci sarà, infatti, spazio per un breve cameo di Len Wein e Chris Claremont, ma non per John Byrne. Come tutti ben saprete, l'autore canadese è stato il disegnatore e co-sceneggiatore proprio della saga che da il nome al film, e una sua apparizione sarebbe stato un tributo doveroso. Byrne, però, non si dispera, anzi non perde occasione di lanciare una frecciata alla Marvel e all'attuale sistema produttivo dell'industria del fumetto: "Considerato quanto io abbia odiato ciò che i film abbiano fatto agli X-Men, se pure mi avessero offerto un cameo mi sarei sentito decisamente come nella scena del ballo di Carrie".
mitica e iconica copertina di
Giorni di un futuro passato
disegni di John Byrne
Poco meno di tre anni fa l'universo DC fu resettato e rilanciato in grande stile. Una scommessa non da poco quella della casa editrice di Burbank che reinventò (o quasi) i suoi personaggi dotandoli di nuove serie, nuove origini, nuovi spunti narrativi, ambientazioni, costumi ecc... e li rese protagonisti di ben cinquantadue nuove serie (un numero, il 52, divenuto iconico per la casa editrice da quando Dan Didio ne è il gran capo).
L'annuncio della chiusura di sei serie del New 52 spinge a tirare le somme e fare un bilancio. Con tutta probabilità sarà materia di un altro, e più approfondito post, ma vi basti sapere che con la chiusura di All-Star Western, Batwing, Birds of Prey e Superboy delle cinquantadue serie originali ne restano solo cinque a non essere state cancellate o a non aver subito alcun restyling o rilancio. Dati su cui meditare e che di certo gettano una luce diversa sull'effettivo successo del rilancio.
DC New 52
Alla DC Comics, però, è anche giunto il momento di raccogliere i frutti di tanto lavoro svolto negli ultimi anni. Dopo un'attesa durata un lustro è stata finalmente fissata la data di pubblicazione di Multiversity, la ambiziosa e attesissima miniserie/evento concepita da Grant Morrison (ve ne parlai QUI nel 2011, QUI e QUI nel 2012, QUI nel 2013, QUI nel 2014) arriverà sugli scaffali delle fumetterie statunitensi verso la fine di agosto. In cinque anni, si sa, accadono tante cose come sottolinea il web journalist David Uzumeri (tra i fondatori del bel sito Multiversity) che saluta l'annuncio della data di pubblicazione della miniserie di Morrison con un tweet delizioso:
"Nel tempo intercorso tra l'annuncio e la data di distribuzione un sito di informazione sui fumetti, traendo spunto dal nome della serie, è venuto su dal nulla ed è stato nominato al Premio Eisner"
Copertina di Multiversity #1
illustrazione di Ivan Reis