MOM to MOMS – Giada

Da Momsinthecity

 

Oggi vi presento Giada, un’amica virtuale del blog quandofuoripiove (e già il nome vi da un’idea ), Giada si racconta con generosità e, almeno a me, sembra di conoscerla ggià un po’. E voi, quale è il vostro modo di essere mamma?

Buona lettura. Angela

(se avete voglia di essere intervistate o se conoscete mamme che meritano un momento d’attenzione tutto per loro scriveteci a angela.momsinthecitygmail.com o cristina.momsinthecity@gmail.com)

Quanti bambini hai e di che età?

Ho un bimbo di 21 mesi, Federico, detto Puki.

Quali sono gli aspetti della maternità che preferisci?

Se mi avessero rivolto questa domanda poco dopo la nascita di Puki avrei avuto qualche difficoltà a rispondere e sarei stata terribilmente poco materna: a bruciapelo avrei detto cose forse tristi, ma vere, come “riuscire a dormire…”. Oggi ho ugualmente difficoltà a rispondere qualcosa di sensato e profondo perchè sono molti gli aspetti dell’essere madre che adoro. Generalizzando posso dire che osservare il mondo con gli occhi di un duenne è ultimamente la mia attività preferita: vedere l’orgoglio di Puki per aver raggiunto da solo un nuovo traguardo,  la sua curiosità e la sorpresa per una nuova scoperta, è un passatempo estremamente gratificante!

E quali sono invece le parti più dure dell’essere mamma?

Quando avevo finalmente imparato a gestire la stanchezza e a organizzare un poco la mia disorganizzatissima gestione famigliare, siamo entrati nel pieno dei terrible twos: i “no” si sprecano ed è necessario affrontare spesso imponenti scene di frustrazione e contestazione che con Puki, bimbo dalla gestualità decisamente prorompente, si trasformano in eterne sceneggiate. In questo periodo pertanto la parte più dura è mantenere la calma e gestire la mia irritazione di fronte a queste imprevedibili bizze da istrione.

Cosa ti ha sorpresa di più diventando mamma?

Il cambio di prospettiva e la sua profondità. Si sente sempre dire che diventare genitore modifica il punto di vista con cui interpreti il mondo, ma non potevo immaginare che il cambiamento sarebbe stato tanto radicale, tale da costringermi a difendere con veemenza idee e posizioni opposte a quelle che sostenevo da anni e a provare sincero e profondo interesse per argomenti che un tempo ignoravo completamente.

Quale è secondo te la cosa più importante che una mamma deve fare?

Saper restare un passo dietro al suo bimbo: essere abbastanza vicina per sostenerlo se inciampa e abbastanza lontana per non fargli pesare la propria presenza mentre cammina. Io sono ancora  una scolaretta in questa difficilissima arte di equilibrista…

E quale invece quella che NON deve fare?

Credo che il mestiere di madre sia difficile da imparare anche perchè è necessario talvolta essere molto critiche con se stesse e agire diversamente da quanto la propria natura vorrebbe: per quanto mi riguarda lo sforzo più grande che devo affrontare, in questo periodo di scoperta del mondo, è  permettere al nano di sperimentare, esplorare e curiosare, badando a difenderlo dai pericoli senza riversare su di lui le mie ansie e senza iper-proteggerlo.

Cosa hai imparato diventando genitore? Raccontaci una storia, un episodio che ti ha insegnato qualcosa

Un pomeriggio, messo a nanna Puki, ho deciso di ignorare gli S.O.S. della casa devastata e mi sono ritrovata sul divano con le ultime tre copie di Vanity Fair, il portatile sulle ginocchia, il budino al cioccolato, la lima e lo smalto in attesa sul tavolino e la puntata arretrata di Brothers and Sisters di sottofondo: non ho fatto con calma nessuna delle cose che volevo, ma con soddisfazione le ho fatte tutte! Da quel giorno, oltre a essermi confermata una pessima casalinga, ho smesso di soffrire la mancanza di tempo libero, ho incominciato a prendermelo, anche solo per la durata di un sonnellino pomeridiano, e ho imparato a godermi i piccoli, piccolissimi piaceri della quotidianità che prima nemmeno notavo.

Quali sono gli aspetti unici e interessanti della tua famiglia e del tuo approccio alla maternità?

Ho fissato questa domanda per alcuni minuti… in un certo senso non so rispondere: il nostro approccio alla novità rappresentata dall’arrivo di Puki è stato molto naturale, perlopiù abbiamo inseguito per mesi i cambiamenti che si presentavano cercando, col fiatone, di stare al passo e, con una risata, di sdrammatizzare i momenti difficili. Non saprei dire se i pochi atteggiamenti che abbiamo concordato siano unici e interessanti, per noi sicuramente sono fondamentali. Alcune scelte, come portare Puki in fascia, vestirlo con materiali biologici e intraprendere la via dell’autosvezzamento, sono state dettate dal desiderio di offrirgli le soluzioni che ci sembravano più rispettose delle sue esigenze di nenonato. Oggi è diventata un’abitudine chiedersi se un oggetto o un’esperienza considerati “fondamentali” per il bambino lo siano davvero e se sia piuttosto possibile fare scelte più “naturali”, più “semplici” o più rispettose delle esigenze della nostra famiglia.

Quali strategie metti in atto per superare momenti e giorni difficili?

Le sto ancora cercando e si accettano suggerimenti! Alcuni giorni semplicemente sclero, mio marito è bravissimo a riconoscere i segnali e a dileguarsi… Altre volte mi soccorre un’amica paziente in grado di ascoltare le mie paranoie e di rimettere in sesto la prospettiva…

Shopping: dove? Indirizzo preferito

On-line, quasi sempre, data la totale incompatibilità di orari con i negozi veri. Una capatina da Anthropologie fa sempre venire i pruriti alla carta di credito, e poi Zara e Gap.

Libro sul comodino?

La Casa degli Spiriti e Orgoglio e Pregiudizio hanno sub-affittato parte del mio comodino: li conosco a memoria e me ne rileggo mezza paginetta quando sono troppo distrutta per prendere in mano un libro nuovo. Accanto a loro “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” aspetta pazientemente il suo turno.

Nel tuo I-pod c’è?

Tutto ciò che  i Rolling Stones e gli U2 hanno mai suonato in vita loro più un bel po’ di Rock anni ’70, un po’ di metal quando c’è bisogno di sfogarsi e gli Abba e Madonna per ballare con Puki.

Prodotto di bellezza irrinunciabile?

Si potrebbe osare molto di più, in questo ambito sono una frana… ma fondotinta, mascara e lucidalabbra sono il kit di sopravvivenza che mi accompagna in borsa e mi salva dal colorito verdognolo e dalle occhiaie.

Accessorio indispensabile

La borsa. Contiene, in modo del tutto caotico e disordinato, tutto il necessario per sopravvivere nella giungla del Borneo per un paio di settimane.

Come ti tieni in forma?

Qualche anno fa camminavo per ore, cuffiette nelle orecchie, cane al guinzaglio e via. Oggi più che altro corro a destra e sinistra e invoco accorate preghiere al Signore del Fitness, affinchè abbia pietà e non infierisca!

Film preferito

Si spazia parecchio, da Il meraviglioso mondo di Amelie alla trilogia del Signore degli Anelli, da Come eravamo a Il Gladiatore…

Sogno nel cassetto attuale?

Dal fronte famiglia ultimamente arrivano solo soddisfazioni, abbiamo da poco comprato una bella casa col giardino, ho un lavoro che mi piace, anche se mi chiude in un ufficio per tutto il giorno… non posso chiedere moltissimo in questo periodo, sarei davvero sfacciata! Diciamo che mi piacerebbe riuscire a lavorare come freelance e mi piacerebbe viaggiare molto, moltissimo! Ma non ho fretta di aprire quel cassetto, sono felice.

Sogno nel cassetto quando avevi 15 anni?

Lavorare negli scavi archeologici di mezzo mondo. È finita con un lavoro diverso da quello che avevo sognato e per cui avevo studiato, nella stessa città in cui sono nata, dopo aver sposato il compagno di banco del Liceo. Me l’avessero detto 20 anni fa credo che sarei fuggita urlando. Per fortuna poi ci pensa qualcun altro a mischiare le carte…

Confort food

Passato di verdura, preparato con calma tagliando e cuocendo lentamente le verdurine fresche, condito con olio a crudo, pepe e tanto parmigiano, mangiato dentro a una ciotola sul divano guardando un film (ok, l’ultima parte, da un paio d’anni è irrealizzabile, ma prima o poi…)

Tacchi o ballerine?

All-star perlopiù. Ammiro le donne in tacchi e mi piace imitare ogni tanto quel prototipo di femminilità, ma poi rientro con sollievo nelle mie sneaker…


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