Il concetto di campagna può variare da soggetto a soggetto. Ovvio che nell’accezione pura si parli di Campagna quando ci si ritrova completamente immersi nel verde, tra vacche, scoiattoli e via discorrendo, ma per chi viene dalla città la campagna può essere anche Fiuggi.
Di questo paese abbiamo parlato più volte perché meta di ristoro e radice di una parte della redazione e torniamo a parlarne oggi visto che da qualche giorno ci ritroviamo a girovagare in queste strade silenziose.
Appena arrivati abbiamo immediatamente cancellato ogni forma di austerità professionale per lasciarci andare ad un abbigliamento più consono e comodo alle poltrone che hanno accolto felicemente le nostre membra. Il fuoco alle polveri è stato dato immediatamente: cigarillo Cohiba per aperitivo con un Pernod, poi Pipa artigianale Fassi caricata con dell’ottima mixture naturale al 100% e infine un Cohiba Behike 54. Il nostro rientro è stato scandito da un bel cofanetto che potete trovare alla ridicola cifra di 29,29 € del magnifico Miles Davis.
Ogni cd ha la sua copertina originale e risulta essere un piccolo gioiello per i nomi che vi figurano sopra.
Il primo giorno si è perso tra queste note musicali e fumose e la lettura del libro IL PROSSIMO SARAI TU di Gregg Hurwitz (Giunti Editore).
Thriller di d’autore (e che autore visto che è stato anche sceneggiatore per la Marvel oltre che acclamato scrittore di genere) che parte in un modo pacatissimo raccontando la storia triste ma patriottica (incarna a pieno l’american dream) di Mike Wingate: bambino abbandonato dal padre in una notte sinistra e piena di interrogativi in una casa famiglia che crescendo si è ritagliato la sua parte di America nell’affermazione professionale e personale. Un uomo felice -con il passato a mordergli sempre il collo- che ha una moglie che lo ama e una figlia incredibile, che in più sta per essere premiato dalle autorità per la costruzione di un lotto di case ecologiche.
A pochi giorni dalla premiazione scopre però che uno dei suoi fornitori l’ha imbrogliato: i lavori non sono in regola rendendo così il progetto falsato e accettare il premio per uno come lui sarebbe una truffa. Ricattato moralmente dall’amministrazione locale, è costretto ad andare alla cerimonia e a posare per i fotografi insieme al governatore. Dopo pochi giorni, mentre si trova a una festa con la moglie, viene minacciato da due sconosciuti William e Dodge che conosciamo qualche pagina prima, il primo colpito da osteoporosi e spasmi muscolari, il secondo un energumeno taciturno e terrorizzante.
Comincia l’incubo, cominciano gli inseguimenti, gli agguati psicologici e si aprono scenari (im)possibili sul passato di Mike, sulla sua turbolenta gioventù con l’amico fedele Shep, si torna indietro per poter cercare di capire come andare avanti e nel farlo si apre un abisso di paura e domande.
Non mancano i colpi di scena e l’artificio letterario che svelerà tutto il movente è una delle trovate più geniali che abbiamo letto.
Peccato forse l’acceleratore sul finale che “brucia” tutto il castello di carte costruito sin da l’inizio mirabilmente e pazientemente.
Resta una bella lettura che intrigherà di certo gli affezionati del genere e i lettori onnivori.
Il secondo giorno è stato scandito da sigari Davidoff e da lunghe passeggiate per le strade della località turistica che con il suo traffico lento e quasi inesistente e il verde tutto attorno ci ha regalato serenità e vacuità mentale. Non è mancato mai il nostro passaggio al Bar Francesca, imprescindibile bar che da più di 20 anni accoglie in via Vecchia Fiuggi 163 i suoi clienti.
Dopo essere cambiato radicalmente dal punto di vista concettuale e qualitativo (da un semplice bar, diversificando l’offerta e puntando su qualità, cortesia e professionalità) oltre che strutturale è diventato il punto di ritrovo ideale per i giovani e non solo: Marco, Massimo, Claudio, Francesca sanno il fatto loro ad ogni ora del giorno, che sia per un caffè, per una birra artigianale, una buona bottiglia di vino o un distillato d’eccezione.
Un luogo ideale che riunisce tutte le generazioni, con la musica sempre selezionatissima, eventi live e un’atmosfera rilassante e amicale. Tornati la sera dopo tutto quel verde ci è tornato in mente E Venne Il Giorno: film catastrofista-ambientalista-moralizzatore di M. Night Shyamalan, che sfruttando il vento e le piante ha creato un surreale filo di orrore capace di inquietare lo spettatore.
Oggi siamo ancora qui, dopo aver cominciato la mattinata con del Navy Flake in una bella boccia e un ottimo tè, abbiamo visto La Versione di Barney,con l’amato (da noi) Paul Giamatti nei panni di Barney Panofsky (personaggio letterario uscito dal romanzo di Mordecai Richler e pubblicato da noi in Italia da Adelphi) mentre ci accingiamo a terminare la versione cartacea. L’interpretazione di Giamatti è eccellente e il film piacevolissimo (soprattutto per l’inno ai sigari Montecristo che rappresenta la storia stessa), ma forse manca di quella acredine, di quella ironia al vetriolo di cui è intriso il romanzo. Resta comunque un film da vedere e da godersi.
Siamo in campagna, cerchiamo di rallentare, di allontanarci mentalmente da metropolitane, tram, sirene, frenesia. Non saremo nelle Shetland, ma questa pacatezza bucolica che si sposa con il piccolo centro è un piacere inimmaginabile.
Non pensiamo ancora a cosa vorrà dire “rientrare”… ma questa è un’altra storia.
Buona scelta
IBD
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