Momenti di trascurabile felicità

Da Mizaar

Nel vocio totale e assoluto di una sala docenti di prima mattina ho berciato: Di chi è questo????? Mi riferivo ad un libriccino nei pressi di una borsa Mary Poppinsoniana di un improponibile colore bluette. Matematica impietosita dello stato delle mie corde vocali, dopo un: V. sta dicendo a te! con scotimento della manica del cappotto di V, ottenuta la sua attenzione, ha fatto cenno verso di me; ed è stato così che  Geografia mi ha dato udienza. V. è tuo? ho chiesto a conferma. Geografia frizzante e pimpante – che deve spiegarmelo come si fa ad essere frizzante nonché pimpante alle otto del mattino, quando è consentito solamente il vociare disarticolato e cacofonico e null’altro, altro che frizzante e pimpante! – mi ha detto: Sì sì è mio! urlante anch’essa. Me lo potresti prestare, per piacere? mi si è affiancata e continuando a vociare mi ha rifilato una serie di informazioni – non richieste, peraltro – relative al libriccino in oggetto: L’ho avuto in regalo da un caro amico un giorno che eravamo a Bari da Feltrinelli ah guarda è di-ver-ten-tis-si-mo davvero la cosa strana è che il mio amico è un tipo serissimo e guarda un po’ che cosa mi ha regalato tra tutti i libri possibili che poteva regalarmi comunque sì te lo presto non ci sono problemi però stamattina mi serve in classe perché con quelli di prima stiamo facendo il testo umoristico e voglio leggere loro qualche brano! Così, senza neppure un punto, una virgola, non sia mai Signore, un punto e virgola! Rintontita le ho risposto che non aveva importanza, potevo fare a meno della lettura del libriccino, glielo avevo chiesto solo perché il titolo mi aveva incuriosita – che, a dire la verità, il libriccino mi aveva già stravolto assai, senza neppure averlo aperto – e lei imperterrita ha continuato: Ti faccio sapere più tardi ti mando il bidello a chiamarti e in che classe sei? Il suono della campanella della prima ora mi ha salvato dalla gettata lavica delle parole di Geografia. Alla fine della quarta il signor D. collaboratore scolastico del primo piano, mi ha portato in classe il libriccino, con i saluti di Geografia. Durante la seduta del pomeriggio dalla parrucchiera ho iniziato a leggere “ Momenti di trascurabile felicità ”, un insieme preoccupante di personalissime riflessioni su quanto di inaspettato e gioente possa riservarti la vita di tutti i giorni. Di una tristezza sconvolgente, quasi quanto le parole laviche di Geografia. A caso, da pagina 38 e 39 : ( momenti di trascurabile felicità sono ) Tutti i documentari, tranne quelli sulla gente che cambia sesso. Oppure: Quando è morto il canarino. E anche: Il fatto che l’aloe è vera. E Francesco Piccolo è uno che viene pubblicato regolarmente. Tenuto in grandissimo conto dall’intellighenzia italiana. Sceneggiatore, pure! E vince premi, come se piovesse. Qualche anno fa mi avevano regalato “ L’Italia spensierata “. Ho iniziato a leggerlo, ma ci siamo separati dopo poco. Avrei dovuto fidarmi della prima impressione sull’autore ed evitare Geografia come la peste. Ora lo so, sarà un momento di trascurabile felicità quando, lunedì mattina, riconsegnerò alla pimpante proprietaria il triste libriccino! :-D


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