“Tutti i tentativi di far ripartire la crescita per superare la crisi economica mondiale non hanno prodotto, sino ad ora, l’effetto desiderato”. Con questo messaggio condivisibile, inizia il viaggio nell’ultimo libro di Maurizio Pallante (http://decrescitafelice.it/maurizio-pallante/) , fondatore del Movimento per la Decrescita Felice (http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_per_la_decrescita_felice) e autore di numerosi saggi sui temi dell’economia sostenibile e del risparmio energetico.
Il tema di fondo del godibile testo “Monasteri del terzo millennio” è la rivalutazione di alcuni aspetti peculiari della vita monastica, dove accanto alla fede e alla pratiche religiose, prendeva forma una comunità autosufficiente e fortemente integrata, in cui l’opera dell’uomo aveva un ruolo centrale. Manufatti e attività nei monasteri del terzo millennio, si riappropriano della valenza mistica e contemplativa, la migliore espressione dell’umanità. Perché l’uomo è capace di contemplare il proprio lavoro, di ammirarne la perfezione, in piena sintonia con l’ambiente in cui vive e con le risorse disponibili.
I paradossi della moderna economia sono dovuti al doppio inganno di un sistema produttivo che da un lato usa la tecnologia per aumentare la produzione e ridurre il personale lavorativo, dall’altro lato ci chiede di essere sempre più “consumatori” prendendo in prestito soldi che non possediamo più. In tutto questo si perde il contatto con il manufatto, con i materiali, con le fonti di produzione delle materie prime. Si perde cioè l’aspetto umanizzante e spirituale dell’attività umana, in uno scenario globale in cui nessuno è più in grado di costruire la propria vita senza ricorrere a beni di consumo costosi e inquinanti.
Il nuovo modo di intendere la sopravvivenza, mette al centro nuovamente l’uomo, che si insedia in piccole comunità rurali e autosufficienti, lontane dalle forme di alienazione e inquinamento presenti nelle grandi città, ma al contempo tecnologicamente avanzate per produrre tutto ciò che serve con una bassissima impronta ecologica.
Un esperimento in tal senso è rappresentato da Agrivillaggio, vera e propria scuola di decrescita felice. Una comunità in espansione che possiede tutto ciò che serve per vivere e vivere bene. Colture diversificate prodotte con metodi biologici e biodinamici, animali e strutture per la produzione e lavorazione di alimenti, edifici modulari con elevata efficienza energetica, aree comuni attrezzate per costruire e lavorare i materiali, aree comuni per momenti di socializzazione e riunione.
Concludo questa breve recensione con una bellissima frase contenuta nel libro, che rende bene l’idea dello stimolo nuovo presente nel Movimento per la Decrescita Felice. Il noto ecologista Teddy Goldsmith rispose così alla seguente domanda: “se prima di morire dovesse trasmettere a uno dei suoi figli o nipoti, solo tre idee essenziali, cosa gli direbbe?”. La risposta fu: “se dovessi tramandare solo tre idee, direi: un orto, una comunità e la fede”.
Buona lettura.