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Mondiale per club: Real sul tetto del mondo!

Creato il 21 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Tutto come previsto. Il Real Madrid campione d' Europa, anche senza i gol di Cristiano Ronaldo, si porta a casa senza vere opposizioni il primo Mondiale per club della sua storia, battendo nella finalissima odierna il San Lorenzo e prolungando l'incredibile striscia di successi in serie a 22 negli ultimi tre mesi scarsi. Per Carlo Ancelotti, condottiero ineccepibile di un gruppo stellare, il primo anno solare intero in Spagna si chiude così con quattro trofei, se aggiungiamo a questo freschissimo successo la Champions League, la Supercoppa Europea e la Coppa del Re. Niente male.

Ma partiamo con una panoramica globale sulla manifestazione, per scoprire come si è arrivati all'atto conclusivo di stasera.
Per il secondo anno consecutivo, quella che per estensione geografica è la competizione più importante del panorama calcistico a livello di club si è disputata in Marocco, tra le città di Rabat e Marrakech. Le squadre partecipanti, come previsto dal format introdotto nel 2008, sono state le vincitrici delle principali competizioni delle sei federazioni continentali, insieme ai campioni nazionali del paese ospitante.
Questi ultimi, ossia il Moghreb Tétouan, hanno affrontato nel play-off inaugurale i neozelandesi dell' Auckland City, diventati i primi a giocare per sei volte il Mondiale per club e a disputarne quattro in fila: dopo 120 minuti di poco o nulla, i campioni d' Oceania si sono imposti ai rigori per 4-3 e si sono qualificati per i quarti di finale, in cui tre giorni dopo hanno affrontato gli algerini dell' ES Sétif. I trionfatori dell'ultima Champions League africana sono usciti a loro volta sconfitti, a causa di un gol ad inizio ripresa di Irving e di una gara ben condotta sotto la pioggia dall' Auckland. Nell'altro incontro del secondo turno, i messicani del Cruz Azul si sono conquistati il "premio" della semifinale contro il Real Madrid battendo i campioni d' Asia (nella cui federazione è inserita anche l' Australia), cioè i Western Sydney Wanderers. Tra le pozzanghere del terreno di gioco, al limite della praticabilità e della piscina, l'1-0 del romano Iacopo La Rocca, un passato nelle giovanili della Lazio, è stato rovesciato dai centroamericani prima con il rigore di Torrado all'89' e poi, nel secondo tempo supplementare, con la rete del sorpasso di Pavone ed un nuovo penalty dell'ex Siviglia per il 3-1 definitivo, maturato anche grazie alla doppia superiorità numerica.

L'interesse è leggermente salito di tono per il debutto, in quel di Marrakech, delle due formazioni più competitive del lotto, quella europea e quella sudamericana. Il Real Madrid ha conquistato agevolmente il pass per la finalissima con un rotondo 4-0 sul Cruz Azul, le cui flebilissime speranze si sono infrante, dopo un quarto d'ora del match di martedì sera, sul colpo di testa vincente di Sergio Ramos. Hanno partecipato alla festa delle merengues Benzema, Bale e Isco per le successive marcature e anche Casillas, che sul 2-0 ha parato il secondo rigore in quattro giorni, negando a Torrado la terza esultanza dal dischetto nel torneo. Per Cristiano Ronaldo, oltre a due assist, solo cilene, rabone volanti e parate di Corona. Ventiquattr'ore dopo il San Lorenzo ha fermato in extremis la corsa dell' Auckland City, imponendosi per 2-1 e segnando entrambe le volte nei minuti di recupero: a sbloccare la seconda semifinale ci ha pensato infatti al 47esimo del primo tempo Pablo Barrientos, vecchia, ma nemmeno troppo, conoscenza della Serie A con il Catania, e a chiuderla al 93esimo l'altro attaccante Mario Matos. In mezzo il pareggio, alla fine ininfluente, di Berlanga.
Tra le due semifinali si è svolta la finalina per il quinto posto, vinta dall' ES Sétif 5-4 nella lotteria conclusiva dagli 11 metri contro i WS Wanderers, dopo il 2-2 dei novanta minuti regolamentari.
La sfida di oggi pomeriggio ha invece visto l' Auckland City conquistare la terza piazza, a scapito del Cruz Azul, sconfitto anche in questa circostanza ai rigori, resisi necessari per il punteggio finale di 1-1 ( Rojas aveva risposto a de Vries); i neozelandesi possono dunque vantare il titolo di compagine con più vittorie in questa competizione, ben tre, e contemporaneamente portano sul podio virtuale la propria federazione, un risultato mai raggiunto dall' OFC.

Veniamo finalmente alla partita decisiva: il San Lorenzo "di" Papa Francesco posto di fronte alla striscia aperta di 21 vittorie dell'armata blanca guidata da Carlo Ancelotti. Un'impresa che si pensava improponibile per i vincitori dell'ultima Copa Libertadores, sconfitti peraltro dal Milan nel Trofeo Berlusconi di inizio novembre, visto anche il recupero di James Rodríguez titolare nelle fila avversarie. Un'impresa che è sembrata, tuttavia, meno ardua quando i ragazzi di Edgardo Bauza, già finalista nel 2008 con la LDU Quito e sconfitto dal Manchester United di Ferguson, Rooney, Tévez e dello stesso CR7, sono riusciti ad abbassare i ritmi, nonostante un avvio stentato ed un paio di pericoli per la porta del Ciclón. Ma dopo tanto nervosismo e quattro ammonizioni nella prima mezz'ora, ecco arrivare l'uomo delle grandi finali, colui che a Lisbona ha praticamente scippato la Champions League dalla bacheca dell' Atlético Madrid e l'ha riportata in gioco, colui che, con questa marcatura, è arrivato a 53 gol con il Real: Sergio Ramos fa 1-0 con l'ennesima capocciata risolutiva della sua carriera e spiana la strada ai suoi, ringraziando Kroos per il corner pennellato. L'altra notizia della prima frazione è l'uscita anticipata dal rettangolo di gioco di Marcelo, sostituito a due minuti dal 45esimo da Coentrão, complice un infortunio muscolare. Il Papa è in svantaggio all'intervallo e per rimontare rischia di non bastare un miracolo.
E questa sensazione viene confermata al sesto minuto dalla ripresa del match: Gareth Bale calcia con il solito sinistro su servizio di Isco e buca un disattento Torrico per il raddoppio che pare timbrare in misura definitiva la finale ed il Mondiale. Il tentativo di reazione degli argentini sarebbe anche apprezzabile, ma il gruppo di Ancelotti è troppo solido e spinge Bauza a giocarsi tutte e tre le sostituzioni tra il 57′ ed il 68′, senza comunque fornire una vera scossa né qualitativa né sotto il profilo della freschezza atletica. Fallito il tris da Benzema, il confronto torna ad essere falloso e di conseguenza molto spezzettato. Casillas viene impegnato da Kalinski ed affronta un'ultima offensiva di massa e di disperazione, vedendo almeno quattro tiri verso la sua porta negli ultimi minuti; sfumati questi tentativi, i Galacticos viaggiano in carrozza verso il fischio finale di Walter López, che sancisce il diciottesimo titolo internazionale della società madrilena, la quale affianca a questa quota il Milan ed il Boca Juniors. I titoli complessivi diventano, invece, ottanta. La stanza delle coppe, quindi, sempre più colma.

Per l'ottava volta su undici edizioni il Mondiale per club si è deciso nel solco dell'eterna rivalità Europa-Sudamerica. Il bilancio ora va ad aggiornarsi sul 5-3 per il vecchio continente, con la UEFA che si aggiudica il settimo successo negli ultimi otto anni, con il solo Chelsea ad essere uscito senza coppa nel 2012 per mano del Corinthians.
Zoommando sulla Spagna, è la terza volta che una squadra della Liga solleva questo trofeo, con i precedenti che parlano il catalano del Barça di Guardiola, unico allenatore ad averlo fatto proprio per tre volte. Ancelotti raddoppia dopo il trionfo con il Milan del 2007 e conferma il suo status di vincente inarrestabile: Carlo Magno ne conta ora diciassette tra la Juventus, i rossoneri, i Blues, il PSG ed il Real.
La notizia di CR7 a secco per due gare allora non può macchiare il bianco perfetto di cui ora è "colorato" il mondo del calcio.


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