All’Arena de Sao Paolo va in scena il penultimo ottavo di finale di questi Mondiali, ovvero la sfida tra l’Argentina e la Svizzera. Quella che doveva essere un’avversaria agevole per Messi & co, si è rivelata invece uno scoglio durissimo da superare, tanto duro da costringere i tifosi dell’Albiceleste ad aspettare 121 minuti prima di esultare.
L’Argentina fatica moltissimo nel primo tempo, domina la seconda metà di gioco, ma trova il gol solo al 118′ con Di María. I sogni della Svizzera si infrangono contro il palo colpito al 121′ da Dzemaili; c’è chi la chiama sfortuna, c’è chi a queste cose non crede, sta di fatto che gli uomini di Hitzfeld escono a testa alta dai Mondiali brasiliani, consci di aver giocato allo pari contro una delle favorite del torneo.
Il CT argentino Sabella sceglie il 4-2-3-1, con il “napoletano” Higuain nelle vesti di punta di diamante, supportato dal talento cristallino di Lavezzi, Di María e del solito Messi, un Messi finalmente decisivo con la maglia dell’Albiceleste, capace di segnare ben 4 gol nella fase a gironi.
Hitzfeld risponde con uno schema speculare, affidandosi all’affiatamento della coppia Inler-Behrami in mediana, e all’estro del talento del Bayern Shaqiri a supporto dell’unica punta Drmic.
I primi minuti di gioco non sono entusiasmanti: l’Argentina cerca subito di fare il suo gioco palla a terra, ma non riesce a trovare spazio tra le maglie della retroguardia svizzera. I rossocrociati sono ben messi in campo e non si limitano a subire il possesso palla avversario, ma a più riprese riescono a rendersi pericolosi; sono tutte di marca Svizzera le occasioni principali del primo tempo: al 26′ ci vuole un super Romero per respingere la conclusione a botta sicura di Xhaka, al 37′ invece ci mette del suo Drmic, che a tu per tu con il portiere argentino, si divora un gol facile facile.
Bisogna aspettare il 50′ per vedere la vera Argentina, un’Argentina finalmente padrona del gioco e capace di mettere in piedi un vero e proprio assedio dalle parti di Benaglio. Al 58′ ci prova Rojo da fuori, al 62′ l’estremo difensore svizzero deve mettere le ali sulla girata di testa di Higuain; Messi si vede ad intermittenza, la Pulce trova pochi spazi, ma quando riesce ad accendersi crea scompiglio nella difesa avversaria. È proprio Messi a provare la soluzione personale al 67′, calciando alto, e al 77′ costringendo Benaglio ad un intervento sulla linea di porta; l’Argentina c’è, dalla panchina entra Palacio, ma anche con i nuovi innesti gli uomini di Sabella non riescono a fondare: si va ai supplementari.
Per la quarta volta dunque in questi Mondiali c’è bisogno dei tempi supplementari per stabilire vincitori e vinti, a dimostrazione dell’equilibrio delle squadre impegnate e a conferma del fatto che siano sempre meno le cosiddette squadre Cenerentole - e l’Italia ne sa qualcosa-.
I tempi supplementari cominciano subito con una palla gol capitata sulla testa di Palacio, ma neutralizzata ancora una volta da un ottimo Benaglio. L’Argentina prova il forcing, ma le sue offensive si vanno a schiantare contro l’ordinata difesa rossocrociata, oppure contro i guantoni del portierone del Wolfsburg: è il caso della gran botta all’incrocio provata da Di María al 108′. Proprio quando la partita sembra destinata a decidersi ai calci di rigore, sull’unico contropiede concesso dalla difesa svizzera, Messi cambia passo, fa 30 metri di corsa palla al piede e serve Di María che insacca così al 118′ la tanto agognata rete del vantaggio biancoceleste. Le speranze svizzere tramontano definitivamente al 121′ quando Dzemaili, sugli sviluppi di un corner, centra il palo di testa a pochi passi dal portiere, condannando così definitivamente i suoi compagni a lasciare il Brasile e il sogno Mondiali.