I Campionati del Mondo di Daegu (Corea del Sud) che scatteranno nella notte saranno tra i più complessi della storia dell'atletica italiana. L'obiettivo è quello di cancellare le zero medaglie di Berlino 2009, tuttavia le frecce all'arco tricolore non sono così numerose. Il movimento vive un periodo di profonda transizione, con alcuni veterani ancora in grado di piazzare la zampata ed alcuni giovanissimi di grande talento (Derkach, Stecchi, Bencosme, Trost, Bruni e Abdikadar su tutti) ancora acerbi e probabilmente pronti nell'arco di un triennio. Morale della favola: bisogna stringere i denti e limitare degnamente i danni con ciò che passa attualmente il convento. Alla luce delle classifiche stagionali (che, come abbiamo visto anche per i Mondiali di nuoto, spesso vengono disattese nella competizione che assegna le medaglie) l'unica oggettiva chance di podio per il Bel Paese è riposta in Antonietta Di Martino. La 33enne di Cava de' Tirreni sta vivendo la stagione della piena maturità e consapevolezza agonistica: nei mesi invernali, dopo aver portato il record italiano a 2.04, ha conquistato il titolo europeo indoor a Parigi. In seguito, a fine maggio, ha subito l'ormai 'abituale' infortunio di una carriera non proprio fortunata, riuscendo a recuperare con la consueta caparbietà ed a volare oltre l'asticella dei 2 metri (seconda misura stagionale al mondo) ai campionati spagnoli di Malaga nei primi giorni di agosto. Con la fuoriclasse croata Blanka Vlasic in non perfette condizioni fisiche, il ruolo di favorita spetta alla russa Anna Chicherova, leader stagionale con un impressionante 2.07: se saprà ripetersi, il titolo sarà suo. L'impressione, tuttavia, è che l'oro si possa vincere con un 2.03 alla prima prova. Se la Di Martino rappresenta una candidata alla medaglia, altri azzurri, invece, proveranno ad inserirsi da out-siders nella corsa al podio. Tra questi va considerato senza esitazioni il martellista Nicola Vizzoni, il quale ha bisogno di un lancio intorno agli 80 metri per sperare. La continuità intorno ai 14.40 metri ha caratterizzato la stagione estiva di Simona La Mantia, tuttavia, per sognare in grande, occorrerà ritrovare lo smalto (e 30/40 cm in più) degli Europei di Barcellona 2010 e degli Euro Indoor di Parigi. Difficile, invece, pensare ad un alloro anche per Fabrizio Donato nel salto triplo: sebbene manchi per infortunio il fuoriclasse francese Teddy Thamgo, il 35enne di Latina ha confermato il trend delle scorse stagioni che lo vede brillante nelle competizioni al coperto ed opaco in estate. Capitolo marcia: l'olimpionico Alex Schwazer è già proiettato sulla 50 km di Londra 2012, tuttavia in Corea gareggerà solo sulla distanza breve dei 20 km, dove obiettivamente la concorrenza russa e cinese appare superiore. Il caldo e l'umidità, tuttavia, potrebbero rendere più dura la gara, a tutto vantaggio del campione altoatesino. Atteso ad una buona prestazione sarà anche Giorgio Rubino. Nella 20 km femminile, inoltre, il podio potrebbe venire addirittura monopolizzato dalla Russia, anche se la rientrante Elisa Riguado cercherà di accarezzare sino in fondo il sogno della prima collana iridata (ha già conquistato un bronzo alle Olimpiadi di Pechino 2008). Insomma, con una medaglia in carniere, il mondiale italico potrebbe considerarsi sicuramente positivo ed in controtendenza rispetto all'edizione precedente. Se il bottino fosse più cospicuo, poi, vi sarebbero addirittura gli estremi per brindare. Con il mezzofondo regno incontrastato dell'Africa e la velocità feudo inscalfibile delle nazioni caraibico-nord americane, si comprende come non solo per il Bel Paese, ma anche per l'Europa in generale diventi sempre più arduo emergere nell'atletica. Come già ripetuto più volte in passato, quella delle naturalizzazioni a tappeto è un'ipotesi da prendere in seria considerazione, soprattutto in settori dove i nostri atleti sono ormai in via di estinzione (maratona in primis).
Federico Militello