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Mondo di Mezzo: politici, calciatori, spettacolo e campi Rom

Creato il 06 dicembre 2014 da Giornalesiracusa

Grazie anche alle rivelazioni provenienti da Siracusa, si allarga a dismisura l’operazione “Mondo di Mezzo”; svelate le dinamiche di un meccanismo rivelatosi ben più complesso di quanto si immaginava all’inizio.

Giovanni De Carlo

Economicamente parlando, si scopre che il fulcro di tutta l’organizzazione era Salvatore Buzzi. A lui, e alle sue cooperative, negli ultimi dieci anni sono andati ben 34 milioni di euro provenienti dall’assegnazione di 174 appalti nella capitale.

Secondo le indagini dei carabinieri del Ros, parte di tale somma sarebbe stata dirottata nelle tasche di molti politici, sia come mazzette difficilmente rintracciabili, sia come versamenti più o meno “legali” alle fondazioni di Alemanno, di Ignazio Marino, di Emma Bonino e di un ricco ventaglio di assessori e candidati ritenuti “amici”. Non solo.

Come rivelato da un’intercettazione, è lo stesso Salvatore Buzzi ad affermare che i “veri utili sono stati fatti su zingari, alloggi e immigrati“. Un giro d’affari enorme, superiore anche allo spaccio di droga, starebbe dietro la famosa “questione Rom della capitale“; il sistema stesso degli sgomberi, costato alle casse comunali oltre 24 milioni di euro in un anno, avrebbe avuto come unica finalità il suo stesso mantenimento, quasi fosse un mostro mitologico in grado di trarre forza dalla sua stessa distruzione.

Il risultato è stato quello di non garantire alcun miglioramento dal punto di vista della sicurezza e, soprattutto, quello di incorrere in una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea in quanto, tali azioni, hanno condotto a gravi “violazioni dei diritti umani e all’esasperazione della tensione sociale“.

Ma la cupola romana aveva anche altri interessi: uno fra tutti la necessità di riconoscimento sociale da ottenere attraverso legami con il mondo dello spettacolo.

In questo caso, la figura di riferimento era Giovanni De Carlo, 39 anni, definito da Diotallevi come il “vero boss di Roma”. Le indagini hanno ricostruito i suoi contatti con i calciatori De Rossi e Benatia, lo showman Teo Mammucari, nonché Belen Rodriguez, Gigi D’Alessio, e le compagne di altri atleti dell’A.S. Roma. Un amico con le mani in pasta dappertutto, un faccendiere in grado di fornire in ogni occasione il giusto aiuto. Questo era De Carlo.

A lui, per esempio, si è rivolto Mammucari per trovare alcune sostanze dopanti per la palestra; a lui si è rivolto De Rossi per ottenere protezione dopo una lite in un locale notturno della capitale; a lui si è rivolto Gigi D’Alessio per recuperare una collezione di Rolex, dal valore di quattro milioni, che gli era stata rubata il giorno prima.

Chiaramente le indagini proseguono, e sono in molti a credere che quanto emerso finora sia solo una piccola parte di una struttura tanto corrotta quanto ben collaudata.


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