Titolo: REALE VIRTUALE
Autore: VIVIANA PICCHIARELLI a cura di Costanza Bondi
Editore: BERTONI EDITORE
Genere: RACCOLTA DI RACCONTI
Pagine: 208
ISBN: 9788897593035
Prezzo: Euro 12,00
Fotogrammi narrativi proiettati in punta di tastiera, con stili profondamente diversi, a restituire il film dell’universo femminile ai tempi di internet e dintorni. Dieci storie e altrettanti ritratti di donne. Racconti ironici e dissacranti, drammatici e nostalgici, in cui la tecnologia è una presenza talvolta discreta, talvolta ingombrante, paurosamente virtuale o realisticamente accessoria. È strumento di lavoro, possibilità di incontro, canale di informazioni, opportunità di confronto, mezzo di evasione. E queste dieci donne ne vivono, per dovere, per piacere o per semplice caso, tutte le trappole così come tutti i vantaggi, intrecciandovi le proprie storie che comunque, in definitiva, sono anche le nostre.
Il reale: dieci racconti di donne, dieci storie simili seppur nella loro diversità, dieci e più vite declinate al femminile, a volte con dileggio, a volte con ferocia.
Il virtuale: la rete, il web, le e-mail; espedienti per lavorare, per evadere, per sognare, per sperare. Un virtuale che slabbra i contorni della tecnologia per sconfinare in un’accezione diversa, in quella virtualità intesa come vite che avrebbero potuto essere e invece non sono.
I racconti ci introducono nella quotidianità di impiegate precarie, donne in carriera, mogli insoddisfatte, giornaliste freelance, madri premurose; è facile riconoscersi in Matilde, Martina, Alessandra, perché incarnano pregi e difetti, isterie e tenerezze, aspirazioni e timori di ognuna di noi.
Le donne della Picchiarelli attraversano in maniera trasversale tutte le tappe della vita: trentenni intimorite ma ancora piene di speranza, quarantenni soffocate dalle responsabilità, cinquantenni che tirano le somme di esistenze mai completamente vissute. Accanto a loro, uomini più o meno presenti, più o meno importanti, ma quasi sempre superficiali e ruvidi, anche e soprattutto nell’affettività.
Date le premesse si potrebbe pensare che a uscirne peggio siano proprio gli uomini, ma non è così; Reale Virtuale è, in un certo senso, un romanzo di denuncia, perché il ritratto della donna del terzo millennio che ne emerge non è granché edificante: quelle della Picchiarelli sono donne fragili, donne che ricorrono spesso alla psicoterapia, schiacciate da secoli di pregiudizi, alla costante ricerca di loro stesse ma incapaci di trovarsi, di viversi fino in fondo, per paura di deludere chi le circonda, storicamente ed emotivamente votate al senso di colpa. Perché in questa raccolta, che ricalca fedelmente la realtà, forse anche troppo, il lieto fine non è contemplato.
Molti gli spunti di riflessione offerti dai racconti, ma su tutti spicca l’infelicità latente e il senso d’inadeguatezza cui le protagoniste sembrano essere condannate: è inevitabile notare come queste donne non riescano mai a essere felici fino in fondo. Quando pensano di esserlo, quando la chimera si avvicina, qualcosa le fa tornare indietro: un pensiero, un distacco, una malattia, rigettandole in quel vortice vischioso di rimorsi e vergogna in cui le loro vite sono ormai atrofizzate, come se la felicità fosse qualcosa di troppo grande, di troppo sconosciuto per essere considerato reale.
Questo fardello latente, questo buio in cui la luce si accende sempre per poi rispegnersi sul più bello, potrebbe appesantire troppo l’animo del lettore; la narrativa, in fondo, non dovrebbe limitare la propria funzione a una mera trasposizione della realtà, per quanto dolce o amara essa sia.
Stilisticamente parlando ho preferito i racconti dove la penna era più graffiante, quelli più diretti, dove l’ironia – che a tratti mi è parsa forzata – non è andata a edulcorare fatti che meritavano di essere esposti con la giusta crudezza.
Reale Virtuale è una raccolta che si lascia leggere, gradevole nel suo complesso.
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