Le uniche interruzioni a me visibili sono dei grossi burroni nei quali precipiterò se non riuscirò a fermarmi per tempo.
Non ho il potere delle mie gambe, loro scelgono al posto mio dove andare, se correre o camminare, quanto farmi male.
Vento, sento solo delle forti raffiche d’aria ma tutto è fermo. Non un foglia che si muova. In verità mi accorgo solo ora che di foglie solo l'ombra.
Una tempesta di sabbia si alza dal basso, mi toglie l’appoggio, i granelli mi saltano negli occhi, mi offuscano la vista.
E precipito.
Come se non avessi desiderato nient’altro fino a quell’istante. E so che sbatterò la mia guancia forte sulla terra arida come quando nei film vedi il pugile cadere sul ring e la sua guancia rimbalzare, e il cervello mi schizzerà forte rimbombando nella mia testa. Il sangue mi colerà dal naso bruciandomi le narici, avrò occhi di cristallo per guardarmi intorno, sentirò il senso di impotenza risalirmi dalle unghie e capirò che in fondo sono solo morta.