Uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo resta lui, David Lynch, il signore dell’occulto.
Misterioso cineasta nordamericano, e ora artista osannato in tutto il mondo, ha fatto della sua passione per l’onirico e per gli enigmi più buii dell’esistenza, un marchio di fabbrica inconfondibile, collocandosi in questo modo per sempre tra i mostri sacri della settima arte.
Spesso e volentieri stroncato dalla critica hollywoodiana, e sempre accompagnato da una grande passione per la pittura, si avvicina per la prima volta al cinema con un approccio quasi “espressionista” come se dipingesse sulla pellicola, e dopo vari cortometraggi giovanili, esordisce con l’ingombrante e terribile opera prima di Eraserhead, disturbante affresco surrealista, dai toni orrorifici e post-industriali. Un incubo moderno, adorato in primis dall’allora già affermato Stanley Kubrick, e rimasto un film cult nei cinema di mezzanotte, dove egli
Poi nel 1986 arriva la fama con il sogno di Blue Velvet, con Dennis Hopper e Isabella Rossellini, che resterà forse il suo capolavoro insuperato, nonchè la sua più grande sintesi tra linearità e contorto ingegno. Racconta la storia di un giovane che nell’indagine sul macabro ritrovamento di un orecchio mozzato, viene subito catapultato in un mondo lugubre e perverso, fatto di violenza, depravazione, sadomasochismo ed ossessione, dopo cui nulla sarà mai più come prima e solo il fuoco dell’amore potrà riscattarlo.
Dopo vari fallimenti, Lynch realizza forse il suo più grande successo commerciale, con la disturbante e celeberrima serie tv I Segreti di Twin Peaks, che terrà incollati al piccolo schermo milioni e milioni di spettatori in tutto il mondo, e che per la prima volta nella storia porterà nella televisione un vero tocco d’autore.
Tutto il serial è incentrato nelle indagini attorno alla morte misteriosa di Laura Palmer, “reginetta del liceo” di questa amena cittadina, e riesce a scavare nella psiche dei personaggi circostanti, facendo emergere quel marcio che si può celare solo nella più profonda periferia d’America, destabilizzando un’intera generazione pop, quella a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta.
A fine millennio, Lync
Il risultato sono tre film tra i più complessi e affascinanti della storia del cinema: il primo, Lost Highways, racconta la storia di un sassofonista free-jazz, accusato del brutale omicidio della sua bellissima moglie, e condannato a convivere coi propri demoni.
Il secondo, Mulholland Drive, è la storia di una giovane attrice in cerca di successo a Hollywood, che incontra una misteriosa ragazza scampata ad un terribile incidente, e a cui si sente intensamente legata, senza nessun apparente motivo.
L’ultima fatica è Inland Empire. Un viaggio allucinato, un film dentro un film, fatto di frammenti sparsi t
Da sempre inoltre interessato alle tecniche di meditazione trascendentale, se alla musica elettronica e alla video-arte, David Lynch ha fatto della sua psiche quasi un’istituzione, e della sua strana poetica un enigma continuo per il suo pubblico, al quale, curioso dei significati nascosti dei suoi film, lui risponde infine con uno smaliziato: “E a voi, che cazzo ve ne frega?”