In questo nuovo appuntamento col cinema d’autore tratterò di Joel e Ethan Coen, meglio conosciuti come i temibili “fratelli Coen”, e magari di quei loro film meno conosciuti, che però io ritengo essere davvero interessanti nel panorama cinematografico odierno.
Il loro grande cinema è sempre stato una miscela viva e surreale di comicità nera, ultraviolenza, e comunque un certo gusto eclettico nello spaziare tra i generi più disparati.
Affermatisi alla fine degli anni ’80, Joel nelle vesti di regista, più pragmatico e diretto, e Ethan, il produttore fonte inesauribile di idee, entrano in società insieme ed esordiscono con il primo grande thriller Blood Simple del 1984, in cui la storia di un triangolo amoroso affogato nel sangue, valse loro il Gran premio della giuria al Sundance Film Festival, con protagonista la moglie di Joel e futura attrice “feticcio” di tutto il loro cinema, la talentuosa Frances MacDormand, e poi a fine decennio col nero poliziesco Crocevia della morte (1989).
Un altro grande successo arriverà con una surreale opera esistenzialista, Barton Fink – E’ successo a Hollywood, che farà loro vincere una meritatissima palma d’oro a Cannes nel 1991. Una sorta di metafora della vita dello scrittore di cinema, i
Il 1996 è l’anno del loro capolavoro assoluto, il thriller sanguinolento Fargo, con protagonista ancora Frances MacDormand (premio Oscar per quest’interpretazione), a fianco di Steve Buscemi in una storia cruda e contorta tratta da fatti realmente accaduti, in cui un uomo sommerso dai debiti fa rapire la propria moglie per richiedere il riscatto dal facoltoso padre di lei, ma per una serie di errori ci scappa il morto.
Dopo il successo ormai notorio de Il grande Lebowski e Fratello dove sei?, firmano un noir con un meraviglioso Billy Bob Thornton, in uno splendido bianco e nero e una sceneggiatura brillante con il loro film più passato inosservato, L’uomo che non c’era (2001), a fianco di Frances MacDormand e un’adolescente Scarlett Johansson, la storia di un inetto, pallido barbiere sull’orlo del baratro. Forse il loro film più affascinante ed elegnate.
Poi avranno altri grandi successi negli anni zero con il pluripremiato Non è un paese per vecchi, thriller agghiacciante e parabola morale di una carriera cinematografica all’insegna del rischio e del sarcasmo più acuto e nero.
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