Per raggiungere la cima del monte Caal, montagna minore che precede la dorsale sud della Val Resia, si sale da Uccea per un ripido sentiero nel bosco......
Ancora una volta il bosco, quello affascinante del Parco delle Prealpi Giulie, quello che mi ricarica, che invece di stancarmi con la salita, mi rigenera. Ancora una volta il bosco, quello dei grandi faggi che affiorano dalle rocce, quello che attraversi in silenzio in una sorta di magica fantasia, associando la forma degli alberi alle più strane interpretazioni. Un bosco sano, verde, di fiori, di sassi, dove l’uomo ha cercato nei secoli di inserirsi, con le sue storie, con le sue tradizioni e contraddizioni e la natura sta cercando di riprenderselo. Ogni volta che possiamo andiamo a respirare la sua maestosità, a rubare la sua grande energia per arrivare anche su una piccola cima come il Monte Caal e liberarla nell’aria che ci circonda che ce la restituisce in forma di paesaggi ogni volta diversi. Un primo nucleo di stavoli in rovina, un boschetto, una ripida faggeta, un altro nucleo di case, un pendio sassoso, un ripiano panoramico come una sorta di avamposto sulla Valle. Lo sguardoviaggia verso il Monte Nero, lo Stol che prosegue con le sue creste ancora innevate verso la Punta di Montemaggiore.
Si respira aria buona oggi, aria che ci carica, adesso è ripido, ancora un pezzo e poi il bosco, puro, di faggi enormi che aggira il costone del Monte Caal tutt’attorno, si attraversa lingue di neve in vista di Casera Caal in splendida posizione sotto il Monte Banera.
La nostra meta è una piccola cima panoramica che raggiungiamo senza sentiero salendo un fitto boschetto, salvo poi trovarci in un prato ancora ricoperto di crochi. Si sentono voci giù in Casera, andremo a vedere, ma prima di scendere ci prendiamo tutto il tempo che ci serve per lasciarci riempire gli animi. La tranquillità è quella giusta, merita star qui un po’. Sopra il Monte Plagne affiorano le rocce del Cerni Vogu e del Lasca Plagna. Più avanti, quando la neve si scioglierà andremo da quelle parti. I ricordi poi ci riportano a ripercorrere la dorsale, la grande traversata che da Sella Carnizza arriva fino sul Monte Guarda, passano gli anni …….. I Musi con in testa Il Zaiavor ancora carichi di neve son belli da vedere ma non molto invitanti per ora. Magari nei prossimi giorni andremo a dare una occhiata per vedere da vicino com’è la situazione.
La visita alla Casera Caal è d’obbligo, appena arriviamo sui prati che precedono la costruzione, recentemente oggetto di un bell’intervento di ristrutturazione, notiamo un bel fumo che esce dal camino. Bene, accoglienza assicurata.
In Casera troviamo un paio di ragazzi intenti a far da mangiare, facciamo rapida conoscenza per scoprire che fan parte di un gruppo (www.bivaccamente.blogspot.com)che con l’aiuto dell’Ente Parco si stanno occupando di un progetto di riqualificazione della Casera stessa. Bravi, ce ne fossero di più. Una foto assieme, un bicchier di vino e riprendiamo il cammino.
Bello , sano, ancora una volta il piacere dell’andar per boschi ci accompagna nella fantasia della discesa.