Per arrivare a Tolminske Ravne è un po’ un problema, la strada che da Tolmino, subito dopo il ponte sulla Tolminka, prende a sinistra per Zabce è stretta e ripida. Prima si scende su una gola dove c’è una piccola centrale idroelettrica, poi si risale attenti sperando di non incrociare nessuno.
Anni fa c’eravamo stati sul Vogel ma da Planina Kuk che come alternativa non è che sia meglio…. Almeno questa è asfaltata, anche se in parte rovinata e mi tocca fare da battistrada al gruppo. L’arrivo a Tolminske Ravne è una vera sorpresa, prati e pascoli e alberi da frutta attorno ad un piccolo gruppo di case con i tetti che sanno d’antico. Il profumo di malga, il sapore di formaggio ( alla fine la signora che ci accoglie si è fatta la giornata….. gli abbiamo svuotato la cantina) .
Il Vogel è lassù oltre il prato, oltre la forcella, si intravede il crinale, in mezzo alla Krnica tra il Zabiski Kuk e il Krnic…….. non è poi così vicino. Attraversiamo il prato in fiore e poi in leggera discesa lungo il sentiero fino ad un bivio. Per raggiungere il rifugio Koca na Planina Razor meglio il sentiero diretto, guadagna quota rapidamente nel bellissimo bosco di faggi, supera un breve tratto attrezzato per accompagnarci infine nei prati della malga a pochi metri dal rifugio. Aperto.Il complesso grande ma accogliente è protetto da un boschetto e sorge al centro di un bel anfiteatro che si apre verso la Valle dell’Isonzo, riparato in parte dal vento dalle sovrastante cima dello Zabiski Kuk. L’idea sarebbe quella di salire al Vogel e scendere per Sella Globoko neve permettendo. Approfittiamo della gentile gestione per chiedere qualche informazione sulle condizioni dei sentieri. Sembra che la salita sia possibile con un po’ di attenzione mentre a nord di Sella Globoko la neve sia ancora molta. Bene andiamo a vedere.
Il sentiero sale dal Planina Razor attraversa i prati in fiore della malga, poi abbandonata la direzione per il Tolminski Kuk superata una prima balza sale in direzione di un costone alternando inizialmente brevi boschetti con enormi alberi a tratti aperti per poi procedere tra i mughi sotto incombenti pareti stratificate in direzione della sella della Krnica, un ampia conca in mezzo ai monti proprio sotto la vetta del Vogel. La giornata è ideale , non fa troppo caldo, anzi quando il sole a tratti scompare il vento è frizzantino e il calore dei mughi non si fa troppo pesante.
Come previsto compare la neve. Alcuni tratti piuttosto ripidi della via normale alla cima sono coperti da antipatici residui. Anche se brevi sono piuttosto ostici e una scivolata sarebbe poco piacevole. Brevi tratti prima della forcella tra il Vogel e lo Zabiski Kuk. La cresta invece sembra libera. Un centinaio di metri sotto la cima ci fermiamo. A sinistra tra i ghiaioni si intraveda una traccia, in alcuni tratti coperta di neve, ma meno ripida e in parte aggirabile. Chi si sente prova a salire…….. Alla fine con un po’ di attenzione in più si passa, si sale in direzione di una sella a sinistra della cima.
Lo forcella è una vera sorpresa, c’ero già stato da queste parti, ma la giornata era un po’ meno felice, oggi si vede bene il gruppo del Triglav, l’altipiano della Komna, il Bogatin e tutta la splendida cresta tra una Monte Nero e l’altro. Lì da qualche parte sono nascosti i segreti di Zlatorog. Una splendida dorsale che meriterebbe un’altrettanto splendida cavalcata dal Krn al Crna Prst, il Monte nero di Caporetto e il Monte Nero di Piedicolle, lungo quella linea di confine tracciato tra le due guerre e riconoscibile nei cippi, a ovest l’Isonzo a est il Passo di Piedicolle ( quello della ferrovia Transalpina) a nord il Lago di Bohinj a sud la Valle della Bacia.
E’ bello pensare di essere al centro di tutto questo ambiente, che con un breve strappo lungo la crestina protetta da un muro di neve, posso ammirare ancor meglio dalla cima.
In cima ci fermiamo poco, si alza un vento gelido, ci si copre, giusto il tempo per il rito della firma e della foto, poi la sosta mortadella la faccio più giù, nella conca, protetti, al sole, tutti assieme.
La discesa al rifugio è un contemplar fiori e vallate, mille metri più sotto, laggiù lontanissimo Tolminske Ravne.
Scendiamo per la vecchia strada militare, attraversiamo il prato di margherite, chiudiamo il cancello.
Si va verso casa, anzi no, la signora ci chiama, dalla finestra ci ricorda "Sir, Sir" si va in cantina c’è da caricare il formaggio……..