Montefalco: territorio di piante antiche

Da Traveltotaste

Gli Imperatori cinesi, circa 2600 anni di Cristo, già apprezzavano il gelso, la pianta che offriva nutrimento ai preziosi bachi da seta.

Una leggenda narra di due innamorati, Tisbe e Piramo, che dovendo tenere nascosto l’amore reciproco si diedero appuntamento sotto un albero di gelso in una notte scura. A causa di un malinteso i due finirono per suicidarsi una dopo l’altro e, vedendo il loro sangue fondersi alle radici della pianta, gli dei decisero che i frutti, una volta maturi, sarebbero dovuti essere neri in segno di lutto con un succo rosso come il sangue.

La pianta del gelso è spesso utilizzata in araldica come simbolo di prudenza, virtù che forse è mancata a Salvatore Denaro, il cuoco contadino per eccellenza, quando ha deciso di arrampicarsi sulla pianta circondata dai vigneti di nobile Sagrantino per intrattenerci con un ispirato discorso.

Il luogo che ospita noi di Umbria on the blog e piante di così grande storia è la Tenuta Arnaldo Caprai a Montefalco, in provincia di Perugia. Qui grazie alla tenacia ed all’ostinazione di Marco Caprai, sono state valorizzate le potenzialità di un vitigno che non veniva adeguatamente sfruttato, il Sagrantino, reso grande dal terroir * circostante.

Vitigno autoctono, le cui origini si perdono nella storia antica, originariamente veniva vinificato esclusivamente in versione dolce a causa della grande presenza di tannini nella buccia dell’acino.

Attraverso l’iniziale selezione delle piante madri e l’indagine scientifica, che avviene ogni anno da quel lontano 1992, si è giunti ad ottenere la vinificazione secca.

E’ un vino da intenditori che non tutti apprezzano per i tannini che lo caratterizzano e per la complessità dei sapori.

Se però ci si fa conquistare dallo spiccato profumo di ciliegia e dal colore vermiglio impenetrabile, com’è capitato a me, diventa subito un profondo rapporto d’amore.

Quando, durante la presentazione dell’Azienda e della tecnica d’allevamento e lavorazione del vitigno, è stato detto che il Sagrantino veniva affinato in barrique di rovere francese nuove, mi ha assalita il dubbio che potesse non piacermi.

La spiccata tannicità non è una caratteristica che in genere apprezzo tuttavia il Sagrantino 25 anni, prodotto esclusivamente nelle annate migliori ed in quantità limitate, rivela qualità e peculiarità inaspettate.

L’amica blogger Alessandra Mallozzi, esperta di vini, mi ha spiegato di come l’abbinamento ideale per questo vitigno fosse l’agnello. Informazione che, una volta tornata a casa, ho messo a buon frutto.

In effetti il Sagrantino, per la sua struttura complessa, si adatta bene alla carne di agnello, saporita, tenera e ricca di grasso ma, personalmente, ho preferito l’abbinamento con il gustoso pecorino che accompagnava la degustazione alla Tenuta Caprai, una delle tante delizie proposte dall’eclettico e talentuoso Salvatore Denaro.

Sarà stato merito del vino o dell’ambiente elegante ma allo stesso tempo conviviale, della buona compagnia o del panorama mozzafiato ma spero di poter tornare presto alla Tenuta Caprai perché:Matto furioso e privo di buon senso è chi col bere non gode in ogni senso!” -Rabelais-

* Il terroir, è un termine francese difficile da tradurre in maniera letterale. E’ stato codificato in rapporto al vino e sta ad indicare come le caratteristiche della terra da cui proviene un prodotto agricolo, influiscano in modo sostanziale sul prodotto finito. Conoscere e salvaguardare il terroir significa anche salvaguardare il sapore unico di un vino.

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