Leggevo oggi sul giornale dei comuni della Val d’Aso inseriti tra i borghi più belli d’Italia e – non voletemene, sono fissato – mi sono chiesto quanto sarebbe bello se anche Montegranaro facesse domanda per entrare nel club. Allora mi sono andato a documentare per vedere se questo fosse possibile e, con grande delusione, demordo di fronte alla lista di requisiti richiesti nell’articolo 2 dello statuto, in particolare:
dal 2.1.1 al 2.1.3. ci potremmo quasi stare, con una politica di recupero del centro storico adeguata (e già qui mi vien da ridere). Ne riporto il testo:
• 2.1.1 - avere una popolazione che nel Borgo antico del Comune o nella Frazione indicata non superi i duemila abitanti. Questo primo criterio è eliminatorio. Nel Comune non si possono superare i 15.000 abitanti. (+ il 10% su valutazione del Comitato Scientifico).
• 2.1.2 - possedere un patrimonio architettonico e/o naturale certificato da documenti in possesso del Comune e/o dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Gli edifici storici devono prevalere sull'insieme della massa costruita e dar luogo ad un complesso esteticamente omogeneo.;
Anche questo secondo criterio è eliminatorio;
• 2.1.3 - offrire un patrimonio di qualità che si faccia apprezzare per i seguenti motivi:
a) qualità urbanistica, ovvero:
- qualità degli accessi al Borgo;
- compattezza e omogeneità della massa costruita;
- possibilità di percorsi diversi all'interno del Borgo;
- preservazione del legame tra microsistema urbano, storicamente determinato, e ambiente naturale circostante;
b) qualità architettonica, ovvero:
- armonia e omogeneità dei volumi costruiti;
- armonia e omogeneità dei materiali delle facciate e dei tetti; armonia e omogeneità dei colori delle facciate e dei tetti;
- armonia e omogeneità delle "aperture" (porte, portoni, finestre, luci ecc.);
- presenza di elementi decorativi simbolici (frontoni, insegne, stucchi ecc.).
Al punto 2.1.4 invece tocca davvero desistere. Reprimo la delusione e le risate di stizza e vi copio e incollo il testo:
2.1.4 - manifestare, attraverso fatti concreti, una volontà e una politica di valorizzazione, sviluppo,
promozione e animazione del proprio patrimonio misurabili secondo i seguenti criteri:
a) valorizzazione, ovvero:
- chiusura permanente o temporanea del borgo alla circolazione automobilistica;
- organizzazione di parcheggi esterni;
- trattamento estetico ovvero mimetizzazione delle linee aeree elettriche e telefoniche;
- esistenza di sfumature e gradazioni di colori nelle facciate;
- rinnovamento e abbellimento delle facciate;
- trattamento e studio particolare dell'illuminazione pubblica;
- trattamento delle insegne pubblicitarie;
- trattamento degli spazi pubblici;
- cura del verde pubblico e installazione di fioriere;
b) sviluppo, ovvero:
- conoscenza e stimolo della frequentazione turistica;
- presenza di un'offerta di alloggio, ristorazione e attività ludiche, sportive o culturali;
- esistenza di artigiani d'arte o di servizi;
- esistenza di attività commerciali;
- partecipazione a strutture e iniziative intercomunali;
c) promozione, ovvero:
- esistenza di un punto di informazione o accoglienza;
- organizzazione di visite guidate;
- edizione di guide o opuscoli promozionali;
- esistenza di una segnaletica direzionale e informativa;
d) animazione, ovvero:
- esistenza di spazi e strutture per le feste al coperto o all'aperto;
- organizzazione di eventi originali e di qualità;
- organizzazione di manifestazioni permanenti o temporanee.
Posta l’impossibilità assoluta anche di pensare di far domanda di iscrizione, questo elenco di requisiti dovrebbe, però, essere buono spunto per una politica di recupero e valorizzazione del centro storico e di tutto quel patrimonio storico-artistico-architettonico che pure abbiamo ma scarsamente valorizziamo. Certo che se anche quest’anno a bilancio non verrà ascritto un centesimo….
Luca Craia