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Montenegro. Nato: Stoltenberg, ‘serve lotta a corruzione’; Đukanović, ‘no a referendum’

Creato il 10 febbraio 2016 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

stoltenberg_jensdi Giacomo Dolzani

Il segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg, in relazione al processo di integrazione del Montenegro nell’organizzazione ha affermato ieri in una conferenza stampa a Bruxelles che, nonostante i grandi passi avanti compiuti dal paese in fatto di riforme, è necessario che Podgorica compia ancora molti sforzi in fatto di lotta alla corruzione.
Il lavoro compiuto dal governo del premier Milo Đukanović ha ricevuto infatti l’apprezzamento dell’Alleanza Atlantica, la quale ha invitato il paese balcanico ad entrare tra i suoi membri, ma una efficace lotta al malaffare, ancora molto diffuso, è però fondamentale anche dal punto di vista della credibilità internazionale nel momento in cui Podgorica dovrà interfacciarsi politicamente ed economicamente con gli alleati.
Nonostante le forti opposizioni interne, il governo filo occidentale montenegrino sta procedendo senza esitazioni nel percorso che lo porterà alla ratifica del trattato di integrazione, anche con provvedimenti come la recente modifica alla legislazione in fatto di difesa, che rende obbligatoria e non più solo su base volontaria la partecipazione dei militari di Podgorica ad eventuali missioni all’estero, sotto l’egida dell’Alleanza Atlantica, nel caso sia loro richiesto dai propri superiori.
Lo scetticismo e l’avversione per questa entrata nella Nato è però molto forte sia tra i partiti di opposizione che tra la popolazione, soprattutto quella di etnia serba, ancora memore dei bombardamenti atlantisti contro Belgrado durante la guerra in Kosovo.
Nel 2009 inoltre, da un referendum che vide un gran numero di indecisi, risultò che la maggioranza dei montenegrini (44%) era contraria a questa ipotesi, a fronte di un 31% di favorevoli; le formazioni di minoranza hanno quindi chiesto di ripetere questo referendum prima che il governo prenda una decisione definitiva, ipotesi che però Đukanović ha fermamente rigettato, aggrappandosi alle normative che consentono al governo di legiferare in fatto di trattati internazionali senza dover passare necessariamente tramite una consultazione popolare ma solo attraverso un voto parlamentare.

da Notizie Geopolitiche



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