Benché non ne sia stato ancora direttamente interessato, le migliaia di profughi che, provenienti dal Medio Oriente, percorrono ogni giorno le rotte migratorie che attraversano la penisola balcanica hanno spinto anche il Montenegro a prendere misure di emergenza, finalizzate a contrastare una potenziale ondata di disperati che intendessero transitare attraverso il piccolo paese nel loro viaggio verso il nord Europa.
La chiusura dei confini da parte di Austria ed Ungheria a nord ed i respingimenti effettuati dalla polizia macedone, i quali hanno bloccato migliaia di persone sul confine greco, stanno infatti preoccupando il governo di Podgorica, il quale teme che la massa di migranti tenti di aggirare la Macedonia e raggiungere l’Unione Europea attraversando l’Albania e, di conseguenza, il Montenegro, due paesi che condividono un lungo tratto di confine.
Il premier montenegrino Milo Djukanovic, in occasione del suo discorso alla conferenza della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Ebrd), tenutosi ieri a Londra, ha infatti affermato che “se i paesi europei blindano i loro confini contro il flusso dei migranti, perché non dovrebbe farlo anche un paese come il Montenegro?”, il quale dispone infatti di capacità sia economiche che organizzative molto limitate e, se si trovasse nella condizione di dover accogliere migliaia di profughi in transito, difficilmente riuscirebbe a gestire la situazione.