Montenegro, un posto dove fare vacanze di lusso

Da Seopalermo

Inauguriamo la sezione viaggiando di questo blog con il racconto di uno dei nostri utenti. Ecco la sua esperienza in un posto splendido come il moentenegro.

Quando arrivano le tanto agognate ferie estive, la scelta della meta delle vacanze diventa sempre un dilemma.

Personalmente, ritengo che precipitarsi in località affollatissime, solo perché rinomate, sia una tortura, piuttosto che una ricerca del relax. Sempre in cerca di luoghi stupendi ma allo stesso tempo rilassanti, lo scorso anno ho provato un’esperienza sui generis: Montenegro.

VACANZE IN MONTENEGRO

Insieme alla mia fidanzata, abbiamo affittato per due settimane un appartamento sul mare a Budua. Per chi pensa alla monotona vacanza di coppia, fatta di relax e monotonia, si sbaglia: abbiamo impiegato quasi tutti i giorni della nostra vacanza a fare escursioni, e abbiamo capito che il Montenegro, almeno da noi in Italia, ha molta meno fama di quanto ne meriti.

Per raggiungere il Montenegro prendiamo il traghetto da Ancona. Non che sia un viaggio breve, calcolando che l’imbarco è avvenuto verso le 18 (con due ore di ritardo rispetto al previsto), e abbiamo toccato la costa montenegrina l’indomani alle 8, ma rappresentava un ottimo rapporto qualità-prezzo e la possibilità di imbarcarci con l’auto, senza contare che il viaggio notturno permetteva di ingannare la lunga attesa dormendo. Ci affidiamo alla Montenegro Lines, dignitosa seppur non eccelsa, con cabina non certo di lusso ma adatta allo scopo.

Attraccati al porto di Bar ed espletato lo sbarco, con l’automobile raggiungiamo la città di Budua in una quarantina di minuti, molto se si considera la distanza percorsa (una quarantina di km), poco se teniamo conto che abbiamo chiesto più volte informazioni per riuscire a trovare qualcuno che ce le sapesse fornire in inglese.
La prima impressione su Budua è quella di aver trovato una città fin troppo vacanziera, piena di stabilimenti balneari e strutture tipico da villaggio vacanze, una sorta di Rimini balcanica.

Con il tempo fortunatamente ci siamo dovuti ricredere. L’appartamento era piccolo ma confortevole, l’ideale per un relax low cost.

Ovviamente , lasciati i bagagli, ci siamo fiondati in spiaggia, ansiosi del nostro primo bagno montenegrino. La distanza dal mare, grazie anche a delle scalette che tagliavano nel percorso automobilistico, non era proibitiva, e in dieci minuti avevamo già preso posto in spiaggia. Non eccessivamente affollata, acqua pulitissima, e montagne verdi alle spalle come cartolina: la vacanza non poteva iniziare in modo migliore.

Il giorno successivo iniziò la prima delle nostre escursioni, iniziammo ovviamente dalla stessa città che ci ospitava, Budua. Se nella zona costiera infatti la città presentava prevalentemente strutture turistiche, la parte vecchia della città, denominata Stari Grad, manteneva intatto il suo antico fascino. Circondata da mura e piena di strettissimi vicoli, Stari Grad rappresenta un’oasi dove il caos vacanziero non può avere accesso.

I monumenti da visitare sono tutti arroccati sulla piazza principale.

Particolarmente suggestiva è la chiesa di San Ivan, realizzata in pietra bianca e calce, motivo che viene rappresentato perfino da un mosaico che rappresenta lo stesso Gesù che porta sulle spalle un sasso bianco. La chiesa della Santa Trinità, invece è realizzata con una bicromia di pietre rosa e bianche, un campanile con tre campane, e all’interno ciò che attrae subito l’occhio è l’enorme crocifisso in legno. Ciò che vale più di tutto però è la visita alla Cittadella, la fortezza di Budua. Dai bastioni si può ammirare l’intera zona, con un panorama che è impossibile descrivere con sole parole, tanta è la bellezza.

All’interno particolarmente affascinate è la biblioteca della fortezza, piena di volumi antichi.
Il giorno seguente partimmo alla volta delle cosiddette Bocche di Cattaro, fiordo del mediterraneo considerato tra i più belli del mondo.

Abbiamo visitato la città omonima, Cattaro (Kotor in lingua madre), in passato colonia della Repubblica di Venezia, e per questo considerata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La porta principale della città porta una targa che ricorda la liberazione nazista.

L’intera città non solo è circondata da mura, ma mantiene ancora il fossato tutto intorno, che nelle ere passate serviva per mantenere lontani i nemici, e che oggi serve solo come peschiera.

Le case sono in pietra bianca e tetti di tegole, e alcuni portoni erano decorati da diversi bassorilievi. Molto importante a Cattaro è la cattedrale di San Trifone, dominata da due alte torri che hanno come sfondo le verdi montagne.

L’interno è moderno, con affreschi antichi disseminati in vari punti. Anche se di grandezza inferiore, attrae di più la nostra attenzione la chiesetta di San Luca, dato che ha una forma che ricorda vagamente un piccolo scrigno.

Da fare, seppur faticosissima, è la salita fino alla chiesa della Madonna della Salute. Non tanto per la chiesa in sé, in verità, quanto per la veduta che si ammira del fiordo: sembra di vedere un lago piuttosto che il mare. Per una visita culturale, invece, consiglio il museo marittimo, dove è possibile ammirare antiche cartine di Cattaro scritte in italiano, perché risalenti alla dominazione veneziana, oltre a modellini di varie navi antiche e al plastico delle Bocche di Cattaro.

Superata Cattaro, è interessante da visitare anche la città di Perast, dove possiamo trovare, come nella suddetta Kotor, un’architettura risalente al periodo veneziano, con case in pietra bianca coperte dalle solite tegole rosse. Di fronte a Perast sorgono due piccolissime isole: una ospita il monastero benedettino di San Giorgio, eretta in pietra scura; l’altra ospita la chiesa della Madonna dello Scalpello. Abbiamo avuto modo di visitare proprio quest’ultima, eretta nell’immancabile pietra bianca, il cui interno è caratterizzato da soffitto a cassettoni, sormontato da una cupola ottagonale. Sul retro, vi è anche un piccolo museo sulla storia di Perast.

Altro museo è quello situato sul lungomare di Perast, dove sono innumerevoli gli oggetti che rimandano allo stretto legame della città con la Repubblica di Venezia, come ad esempio gli eleganti barconi che portano su il leone di San Marco.
Superata Perast si raggiunge Rissan, dove sono stati scoperti pavimenti risalenti ad un’antica villa romana, fino ad arrivare ad Herceg Novi, dove è possibile visitare il monastero di Savina, famosa per i suoi affreschi interni, su tutti l’Ultima Cena che orna l’arco ogivale in fondo. La fortezza turca di Kanli Kula, invece, ha la particolarità di essere usata oggi come teatro, che sfrutta il mare e le Bocche di Cattaro come sfondo scenico.

L’architettura intera di Herceg Novi presenta una forte connotazione turca, essendone stata in passato un avamposto.
È inoltre interessante da visitare anche il Parco Nazionale del Lovcen. La prima tappa che consigliamo è la visita al mausoleo dedicato a Petar II Njegos, ultimo principe-vescovo del luogo, considerato dai montenegrini come un vero e proprio eroe nazionale. La struttura è in granito, con due cariatidi raffiguranti due donne che ornano l’ingresso. All’interno vi è una enorme statua in marmo nero che raffigura Njegos, mentre la tomba vera e propria si trova sul retro. Per chi volesse poi approfondire la storia del principe Njegos, consigliamo la visita al quasi omonimo ( non è un caso) villaggio di Njegusi, da dove iniziò la dinastia dei Petrovic.

Viaggiando in automobile, poi, per gli amanti della guida consigliamo la Scala di Cattaro, strada realizzata nell’ottocento per collegare le sperdute montagne con l’impero austriaco, fatta di innumerevoli tornanti, da fare ovviamente con cautela, anche per poter godere del panorama.
Altro giorno, altra escursione. Nelle nostre vacanze in Montenegro abbiamo anche visitato il monastero di Ostrog, situato nei pressi della Valle dello Zeta, a pochi km dalla capitale Pogdorica (circa un paio d’ore di viaggio da Budua). La particolarità di questo monastero è che è praticamente addossato ad una altissima parete rocciosa, quasi incastonato nella roccia. Infatti, la cappella sepolcrale di San Basilio, luogo di culto del monastero, è stata ricavata in una grotta, ricoperta di affreschi.
Per chi volesse visitare la città di Bar invece, consigliamo la visita al palazzo che re Nikola, l’ultimo della storia montenegrina, riservava agli ospiti illustri.

Edificio di colore giallo che affaccia sul lungomare, ha un’enorme attrattiva nel giardino che lo circonda, poiché gli alberi e le piante che lo compongono provengono da tutto il mondo.

La storia di Bar è fatta di varie dominazioni straniere, dagli slavi ai veneziani, con infine influenze turche e austriache. Questo ha comportato un mescolio di stili architettonici che rendono la parte vecchia della città particolarmente affascinante. Cos’ come Budua, anche Bar ha la sua Cittadella, dalla quale si può ammirare la vista dell’antico acquedotto. Notiamo invece che il palazzo del principe e quello episcopale sono davvero malconci: è la prima volta che notiamo un’incuria in una nazione che fino ad oggi ci ha sempre soddisfatto per la tutela del suo patrimonio artistico.

Non mancare, poi, la visita allo Stara Maslina, l’ulivo più antico di Europa, con i suoi oltre duemila anni.

Da lì ci spostiamo a Cetinje, la vecchia capitale, piccola cittadina (conta appena 15mila abitanti) che pur dalle misure contenute, cerca di richiamare gli sfarzi di una capitale di stato. Il monumento più importante è il palazzo di re Nikola, piccola reggia adibita a museo che espone diversi oggetti, da quadri di famiglia fino a pelle d’orso come tappeti.

Dopo pranzo raggiungiamo il monastero ortodosso di Cetinje, il più importante del Montenegro. La struttura, in solida pietra grigia, è stata più volte ricostruita a causa delle distruzioni operate dai turchi.

Consigliamo di visitare la cappella situata sulla destra del cortile, che contiene sacre reliquie, come la mano destra di San Giovanni Battista.
Rimanendo in temi di visite “monasteriali”, da Budua si raggiungono in poco tempo una serie di monasteri lungo la costa, nei territori dominati un tempo dal clan dei Pastrovici. Il monastero di Duljevo, ubicato dopo Przno, si inerpica a 450 metri di altezza. Facciata modesta, formata da una piccola finestra tonda con croce e un leggero campanile a vela.

All’interno purtroppo troviamo affreschi rovinati, ma ugualmente suggestivi. Continuando verso sud sulla costiera, dopo Petrovac si raggiunge il monastero di Gradiste, composto da tre chiese.

La prima presenta, come a Budua, una bicromia di pietre bianca e rosa con campanile a vela di tre campane. La seconda è più grezza, e contiene al suo interno una grande immagine di San Nicola.

La terza è dislocata più in alto, ed è la più semplice di tutte, composta da un edificio in pietra con una sola campana. Da questa altura si può ammirare la grande spiaggia di Buljarica. Sulla strada del ritorno, infine, siamo incappati nel monastero di Rezevic.

Solita struttura in pietra bianca, con alto campanile a loggia. Gli affreschi all’interno sono tutti di età moderna, da notare quello che sulla volta mostra la mano di Dio piena di uomini.
Ma l’escursione che vale più di tutte è sicuramente quella che abbiamo fatto al lago di Scutari. Partiti da Budua, abbiamo preso la vecchia strada per Podgorica, fino a raggiungere Virpazar, il centro principale sul lago.

Lì consigliamo, oltre al solo contemplare del paesaggio dalla riva, di affittare una barca per fare un giro sul lago, per poter ammirare le distese verdi di ninfee che in alcuni punti lo ricoprono.
In conclusione, pur essendo un “staterello” dalle dimensioni contenute

il Montenegro in quanto a luoghi da visitare non è secondo a nessuna località turistica.

Non gode della fama di località più rinomate solo perché viene, nell’immaginario collettivo, ancora associato alle tristi immagini legate alle vicende della ex Jugoslavia, ma oramai lì le cose sono cambiate, e la mia convinzione è che da qui a qualche anno acquisterà sempre maggiormente flusso di visitatori, seguendo un po’ la scia dell’ascesa turistica della Croazia.


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