Il nuovo presidente del consigli Mario Monti ha testé annunciato che:
Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi e di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali ad un livello comunitario.
Passi avanti in che senso? Ma nel senso dell'unificazione politica che piano piano nell'intento di questi governanti porterà alla distruzione delle sovranità nazionali a scapito di un unico potere sovranazionale. Infatti ascoltando il seguito del discorso scopriamo che:
E' chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini ad una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa supeiore al costo del farle, perché c'è crisi in atto visibile, conclamata.
Insomma nessuno rinuncerebbe alla sovranità nazionale se non costretto da una sorta di ricatto economico.
Da quando esiste questo blog insieme a molti altri ha denunciato un simile progetto (la costruzione del Nuovo Ordine Mondiale), vedi ad esempio l'articolo in cui si riportava e commentava la traduzione di una intervista del politico francese Attali, che qui riporto (l'intervista si riferisce alla cosiddetta pandemia di influenza suina di due anni fa ed il grassetto è stato aggiunto dal sosttoscritto per evidenziare una frase di particolare importanza):
"La storia ci insegna che l'umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti). Poi, una volta passata la crisi, essa trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica."
Per Attali, "Il sorgere di una pandemia potrebbe scatenare una di queste paure strutturanti", poiché essa farà emergere, "meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la presa di coscienza della necessità di un altruismo, quanto meno interessato." "E, anche se, come bisogna ovviamente sperare, questa crisi non sarà molto grave, non bisogna dimenticare, come per la crisi economica, di impararne la lezione, affinché prima della prossima crisi - inevitabile - si mettano in atto meccanismi di prevenzione e di controllo, come anche processi logistici di un'equa distribuzione di medicine e di vaccini. Si dovrà, per questo organizzare una polizia mondiale, uno sistema mondiale di stoccaggio [delle risorse] e quindi una fiscalità mondiale. Da questo si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero e proprio governo mondiale." "È del resto con la creazione dell'ospedale che è cominciata in Francia, nel XVII secolo, la realizzazione di un vero e proprio Stato",
Come fare allora a non capire che la crisi sia stata programmata a tavolino, come del resto denunciato da questo ed altri blog da alcuni anni a questa parte? Avevamo nei nostri articoli previsto che la crisi, gestita da chi l'aveva creata non poteva che acuirsi, mentre i mass media di regime cercavano fino a poche settimane fa di tranquillizzare tutti (esattamente come successe negli USA ai tempi della crisi del 1929).
Immaginiamo che anche le alluvioni di queste ultime settimane siano una benedizione per questi governanti. Del resto anche l'emergenza nucleare di Fukushima ha portato alle stesse richieste di un governo mondiale in risposta alle emergenze ambientali, e le varie calamità del passato sono state salutate come grandi opportunità dai nostri leader mondiali.
Pur non conoscendo le persone che hanno portato avanti il progetto qui sotto riportato condivido in pieno le loro idee (ovviamente la non menzione delle scie chimiche mi lascia sempre qualche perplessità, visto che si tratta di alcuni milioni di euro al giorno prelevati da fondi neri che si trasformano in veleni, invece di essere utilizzati per estinguere a tempo di record il debito creato da banche, governi e grande finanza).
SALVIAMO L’ITALIA – Appello al popolo lavoratore
Per il Movimento Popolare di Liberazione(Stefano D’Andrea, Massimo De Santi, Leonardo Mazzei, Moreno Pasquinelli)Appello Al Popolo SALVIAMO L’ITALIAAppello al popolo lavoratoreBerlusconi se ne va, defenestrato non dal popolo ma da una congiura ordita dal grande capitalismo finanziario internazionale, di cui egli è stato pedina. Se i poteri forti festeggiano, tra le masse popolari prevale quindi l’incertezza per il futuro e la paura. Con Monti si passerà dalla padella alla brace. Egli è infatti un emissario, incaricato dalla possente mafia finanziaria globale di riscuotere il pizzo, affinché gli italiani siano obbligati a restituire i crediti concessi con i relativi interessi. Debiti raddoppiati da quando l’Italia è entrata nell’Unione europea, contratti da una casta politica corrotta e fluiti in gran parte, sotto forma di titoli e obbligazioni, nei forzieri delle banche e nelle tasche di quel 10% di popolazione che possiede il 50% della ricchezza nazionale.
All’opposto, da quando la curva del debito pubblico è salita in alto, le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza degli italiani sono precipitate verso il basso. Sono aumentati i disoccupati, i precari, gli esclusi, a danno del potere d’acquisto dei salari; spingendo così milioni di cittadini ad indebitarsi per vivere decentemente.Chi pensa che Monti, per sanare il debito pubblico, metterà le mani nelle tasche del 10% dei milionari, dei parassiti e della speculazione si illude. Da buon liberista che crede nel mercato globale, egli ritiene che solo finanziando questa minoranza di paperoni si potranno spostare i soldi dalla rendita all’investimento rimettendo in moto l’economia. Il futuro governo attuerà quindi una gigantesca rapina a danno della maggioranza dei cittadini. Una macelleria sociale bilanciata da una patrimoniale di facciata, e giustificata col miraggio della futura “crescita economica”.Occorre respingere la cura da cavallo di Monti non solo perché è ingiusta, crudele e classista, ma anche perché spingerà il paese in una recessione ancor più profonda. Il risultato sarà che la cosca finanziario-bancaria e la minoranza dei milionari imboscheranno le loro rendite e non investiranno, che crolleranno le stesse entrate fiscali dello stato, avvicinando così il rischio che l’Italia si veda costretta a non poter rimborsare il debito estero (default).Vi è poi un altro pericolo. Ammesso e non concesso che Monti riesca a compiere la sua ignobile rapina di massa, quest’impresa potrebbe rivelarsi vana ove uno qualsiasi dei paesi occidentali conoscesse una nuova crisi bancaria, ciò che renderebbe altamente probabile la deprecata insolvenza. Non sono infatti i debiti sovrani che hanno causato la crisi del capitalismo; non sarà dunque l’eventuale “risanamento” dei conti pubblici italiani a sventare il rischio di un’implosione dell’Unione europea e della fine della moneta unica. Entrambi cadranno comunque, e i sacrifici di lacrime e sangue che si richiedono ai popoli, risulteranno inutili. Sarebbe come riempire un recipiente bucato. C’è infine un’ultima ragione che ci impone di fermare Monti. Egli ci viene presentato come il Salvatore della Patria, in verità la sua patria non è l’Italia, ma il mercato globale. Salito al potere attraverso un golpe finanziario-bancario pilotato dal Presidente Napolitano, Monti rappresenta quelle grandi potenze che vogliono togliere al nostro paese gli ultimi brandelli di sovranità nazionale (senza la quale non c’è né sovranità popolare né democrazia), che puntano a trasformarlo in un protettorato. Il popolo italiano è dunque posto davanti all’alternativa: perire per l’euro o salvarsi abbandonandolo al suo destino.Fermare Monti quindi, ad ogni costo. Ma come inceppare la sua macchina? Non si può fare affidamento sulle forze politiche esistenti, tutte avvinghiate al sistema di potere, succubi del 10% dei milionari speculatori e quindi incapaci di indicare valide e radicali soluzioni per uscire da questa crisi epocale. Senza una rivoluzione democratica, il popolo italiano non ha scampo. Questa sollevazione è nell’ordine delle cose. Le forze sistemiche lavorano, per adesso solo con la propaganda, per soffocarla sul nascere, noi dobbiamo invece alimentarla, dargli una prospettiva. Per farlo dobbiamo costruire un ampio schieramento popolare, un fronte che non si limiti a respingere la cura da cavallo di Monti, ma che sappia opporre un programma d’emergenza alternativo.Un programma d’emergenza per dare uno sbocco all’opposizione sociale diffusa ma ancora incerta e frammentata, che dovrà invece candidarsi a guidare il paese per portarlo fuori dall’abisso in cui è sprofondato. Questo programma deve fondarsi su sette principali proposte politiche:
- (1) l’uscita dall’Unione europea e dalla NATO, la chiusura della basi americane, il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, per riconquistare la piena autodeterminazione politica e porre fine ad ogni politica colonialista.
- (2) L’abbandono dell’euro e la ripresa della sovranità monetaria.
- (3) Il controllo pubblico sulla Banca d’Italia e l’intero sistema bancario e assicurativo.
- (4) La nazionalizzazione e la protezione dei settori vitali dell’economia nazionale, e il rafforzamento della gestione pubblica dei beni comuni come l’ambiente, l’acqua, l’energia, l’istruzione, la salute.
- (5) Una moratoria sul pagamento dei debiti esteri affinché gli eventuali sacrifici richiesti al popolo lavoratore servano per salvare il paese e non per ingrassare la grande finanza predatoria straniera.
- (6) Un piano nazionale per il lavoro, per debellare la disoccupazione. (7) La difesa e il rilancio della Costituzione repubblicana per un Parlamento popolare eletto con legge elettorale proporzionale.