Monti e i Buddenbrocchi de noantri

Creato il 12 gennaio 2013 da Albertocapece

Spesso la pessima politica si trova ai piani alti, quelli dove non giungono i rumori della strada e della vita. Per questo alle  volte occorre “salire” e prendendo l’ascensore ci si ritrova una lista elettorale colma degli amici di giro, padroncini delle ferriere e candidati civetta che fanno a pugni con la sobrietà e la competenza  in nome delle quali si vorrebbe fare il premier. Così nella lista Monti troviamo Alessio De Giorgi, personaggio di spicco del mondo gay, imprenditore con qualche ombreggiatura, primo omosposo italiano nel 2002 ed ex presidente di Arcigay. Che c’azzecca col professore questo personaggio di cui tutto si può dire tranne che sia sobrio e soprattutto quale sarebbe il suo apporto in una lista filo vaticana nella quale compare pure Gian Luigi Gigli, il medico che cercò fino all’ultimo di salvare la vita di Eluana Englaro? Che ci fa con Monti, spietato tagliatore di fondi per i disabili, la non vedente Annalisa Minetti che è passata dai concorsi di bellezza, alla canzone, allo sport ? E la schermitrice Vezzali quella che si sarebbe fatta toccare da Berlusconi, ma che evidentemente è di bocca buona quando si tratta di politica e di fioretto? Senza parlare dei falchi alla Bombassei il cui progetto politico è il ritorno alla Londra disperata di Dickens o dei  Luciano Cimmino, pioniere della delocalizzazione e del made in Italy fatto in Cina.

Che si tratti di un’accozzaglia, di una corte dei miracoli messa assieme alla meglio con criteri un po’ berlusconiani, un po’ veltroniani e molto da seconda repubblica con tutti i suoi vuoti equilibrismi, è evidente. Ma questa pattuglia di potenti reazionari e di arrivisti risoluti a tutto non mostra solo i limiti del personaggio che li ha attruppati, mostra l’inesistenza di quella chimera  di cui sento parlare fin da quando ho l’uso di ragione, ma che non si è mai palesata come i Tartari di Buzzati: la buona borghesia liberale e la correlata destra di stampo europeo. Per decenni Montanelli fece un giornale rivolto a questa  inesistente realtà per accorgersi che invece tutti – dopo aver civettato da ricchi in cerca di emozioni politiche, con la “rivoluzione”- stavano con il ganassa Berlusconi.

In realtà si trattava di un reperto risorgimentale: la striminzita borghesia italiana è assai diversa da quella europea che ha combattuto per secoli contro i poteri feudali, da noi è arrivata subito al potere ed è assuefatta alle rendite, alle camarille, allo spirito di clan. Vuole lo stato, se non può lo elude e se ancora non può lo corrompe e ne profitta. Ciò nondimeno la chimera è stata molto utile come concetto da sventolare in vari modi e negli ultimi 15 anni è stato un must del centrosinistra impegnato a  convertirsi al pensiero unico e sulle sue ricette, ma concentrando il senso della sua opposizione su Berlusconi, esponente di una destra anomala, autoritaria, opaca tutta diversa rispetto a quella “normale” e appunto europea con la quale si può discutere e trattare. Del resto non sono passate nemmeno 24 ore dallo spettacolo di Vendola che fa i salamelecchi a Fini proprio in virtù della destra “buona” che l’ex fascista rappresenterebbe. Che pena.

Ma con lista del professore , che a rigore dovrebbe essere il prototipo di una chimera incarnata, si vede molto bene come il mitico animale abbia un riscontro sole nelle parole o al massimo in qualche sparuto individuo. E anche in Europa le cose non stanno molto meglio visto ciò che accade e che la finanza impone, segno di una disgregazione culturale anche nel mitico nord. E se li  i Buddenbroock cominciano a scarseggiare, da noi sfrecciano i buddenbrocchi. Del resto come si è visto anche Monti non è il Monti che ci hanno venduto in quest’ anno, ma anche in quelli precedenti: l’etichetta è un bugiardino che nemmeno porta l’avviso che può dare  disturbi anche gravi, oltre a quelli già conosciuti delle precedenti repubbliche come si è visto dai benefici a pioggia distribuiti con legge di stabilità o allo spettacolo grottesto di un aspirante premier che contesta ciò che ha fatto da premier. Il copione della destra è sempre quella, che la interpreti un istrione rotto a tutti i mezzucci oppure il contabile della compagnia preso come sostituzione di emergenza. La commedia continua.


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