Che si tratti di un’accozzaglia, di una corte dei miracoli messa assieme alla meglio con criteri un po’ berlusconiani, un po’ veltroniani e molto da seconda repubblica con tutti i suoi vuoti equilibrismi, è evidente. Ma questa pattuglia di potenti reazionari e di arrivisti risoluti a tutto non mostra solo i limiti del personaggio che li ha attruppati, mostra l’inesistenza di quella chimera di cui sento parlare fin da quando ho l’uso di ragione, ma che non si è mai palesata come i Tartari di Buzzati: la buona borghesia liberale e la correlata destra di stampo europeo. Per decenni Montanelli fece un giornale rivolto a questa inesistente realtà per accorgersi che invece tutti – dopo aver civettato da ricchi in cerca di emozioni politiche, con la “rivoluzione”- stavano con il ganassa Berlusconi.
In realtà si trattava di un reperto risorgimentale: la striminzita borghesia italiana è assai diversa da quella europea che ha combattuto per secoli contro i poteri feudali, da noi è arrivata subito al potere ed è assuefatta alle rendite, alle camarille, allo spirito di clan. Vuole lo stato, se non può lo elude e se ancora non può lo corrompe e ne profitta. Ciò nondimeno la chimera è stata molto utile come concetto da sventolare in vari modi e negli ultimi 15 anni è stato un must del centrosinistra impegnato a convertirsi al pensiero unico e sulle sue ricette, ma concentrando il senso della sua opposizione su Berlusconi, esponente di una destra anomala, autoritaria, opaca tutta diversa rispetto a quella “normale” e appunto europea con la quale si può discutere e trattare. Del resto non sono passate nemmeno 24 ore dallo spettacolo di Vendola che fa i salamelecchi a Fini proprio in virtù della destra “buona” che l’ex fascista rappresenterebbe. Che pena.
Ma con lista del professore , che a rigore dovrebbe essere il prototipo di una chimera incarnata, si vede molto bene come il mitico animale abbia un riscontro sole nelle parole o al massimo in qualche sparuto individuo. E anche in Europa le cose non stanno molto meglio visto ciò che accade e che la finanza impone, segno di una disgregazione culturale anche nel mitico nord. E se li i Buddenbroock cominciano a scarseggiare, da noi sfrecciano i buddenbrocchi. Del resto come si è visto anche Monti non è il Monti che ci hanno venduto in quest’ anno, ma anche in quelli precedenti: l’etichetta è un bugiardino che nemmeno porta l’avviso che può dare disturbi anche gravi, oltre a quelli già conosciuti delle precedenti repubbliche come si è visto dai benefici a pioggia distribuiti con legge di stabilità o allo spettacolo grottesto di un aspirante premier che contesta ciò che ha fatto da premier. Il copione della destra è sempre quella, che la interpreti un istrione rotto a tutti i mezzucci oppure il contabile della compagnia preso come sostituzione di emergenza. La commedia continua.