Ma non ha funzionato perché l’operazione è nata dentro l’inatteso provincialismo di un personaggio di cui si vantava l’internazionalità. Provincialismo che lo ha indotto ad ingaggiare un noto spin doctor americano, David Axelrod ,nella convinzione che ciò che viene dagli usa è necessariamente migliore,anche se completamente estraneo al nostro ambiente. Così si è lasciato trasformare in una sorta di improbabile signor Smith deciso ad andare a Washington, in una sorta di caricatura dell’uomo medio dell’Ohio. Tuttavia in questo caso la cosa più interessante non è tanto l’emergere del provincialismo italiano, quanto la prepotente manifestazione di quello americano. E’ davvero straordinaria l’ingenuità di Axelrod che ha pensato di poter proporre il midwest come modello universale.
Se provincialismo equivale a chiusura sostanziale e a scimmiottamento superficiale è del tutto evidente che la classe dirigente americana non ha ancora preso atto fino in fondo della fine del dopoguerra e della pluralità culturale che si va affermando sempre più prepotentemente. E’ la stessa mentalità che porta a giustificare la politica di potenza con l’export di democrazia come nei quattro secoli precedenti di era esportata la vera religione, poi la vera civiltà e via dicendo. Ora, come se il dopoguerra fosse ieri si esportano gli spin doctor che non conoscono nulla del Paese i cui abitanti dovrebbero essere convinti a votare per l’illustre cliente, anch’egli ignaro delle differenze e che compra lo spin doctor come negli anni ’50 i ricconi compravano la macchina americana.
Ecco che dalla discarica dove giacciono i reperti della campagna elettorale abbiamo trovato qualcosa che vale la pena salvare a futura memoria: il matrimonio di due provincialismi che denunciano il declino ancora inconsapevole di un occidente nel quale il cinismo sembra prendere il posto della lucidità. Del resto il pensiero unico è figlio di questo clima e a sua volta tenta di perpetuarlo: ecco perché ci è cascato in pieno il candidato più vicino ad esso. E certo saremmo meno contenti di sapere che al cagnolino e alla birra come strumento di adescamento universale, corrispondono anche dottrine sociali ottuse e regressive che vorrebbero presentarsi come globali.