La candidatura del senatore a vita Mario Monti alla presidenza del Consiglio nella prossima legislatura è logica conseguenza dell’iniziativa che l’ha già condotto a Palazzo Chigi. Risponde all’esigenza di garantire gli interessi consolidati attorno al gabinetto uscente, che trovano corrispondenza nella cosiddetta “agenda Monti”. Il presidente del Consiglio inaugura un movimento politico a vocazione maggioritaria, sedicente “popolare e riformista”. Fini e Casini, come natanti in balia delle onde, sperano che Monti, versione rimorchiatore, li traini fino in porto evitandone il naufragio elettorale.
“Noi abbiamo salvato l’Italia: il governo Monti, la buona politica ha evitato che l’Italia facesse la fine della Grecia” ha replicato il leader UDC a Berlusconi in una recente polemica. La vulgata secondo cui l’esecutivo dei tecnici avrebbe restituito credibilità internazionale al nostro Paese, evitandoci il baratro greco, sarà dura da scrostare in campagna elettorale. Ma bisogna provarci. A ciascuno il suo. Un altro Mario, il Draghi governatore della Banca Centrale Europea, placò i mercati determinandosi nel corso dell’estate ad assorbire fino all’ultimo titolo di debito pubblico nel mirino degli speculatori. Senza il suo intervento il contagio non ci avrebbe risparmiato.
A Monti dobbiamo un inasprimento della pressione fiscale che “sana” la contabilità pubblica deprimendo l’economia privata. I consumi calano, dunque si riduce la platea dei contribuenti indiretti; mentre la disoccupazione cresce del 26% su base annua con un’impennata della spesa pubblica in ammortizzatori sociali e una contrazione dei redditi su cui applicare direttamente le aliquote d’imposta. Risultato: il deficit aumenta invece di diminuire. La recessione di questi mesi è frutto di un approccio tutt’affatto ideologico alla materia economica. Un’operazione di scarso livello tecnico, quella del governo Monti, che sposta in avanti la linea del default senza ridimensionare il rischio nel medio periodo.
Nell’ottica delle forze politiche che integravano la “strana maggioranza” a sostegno di Monti, l’emergenza esigeva coesione in Parlamento e sacrifici nel Paese. Ma non giustificava il “deserto dei diritti”, per dirla con Stefano Rodotà, di cui lo stesso Monti si è reso responsabile. Il governo non si è limitato a consolidare le finanze dello Stato spremendo i cittadini. Ha aggredito l’ordinamento del lavoro, profila tagli che ricadranno negativamente su salute e istruzione, sull’effettività dei diritti sociali.
Tanto più grave è quest’offensiva di stampo reazionario quanto più Monti si propone di dissimularla. Conservatori sarebbero quelli che, alla maniera di Stefano Fassina, si oppongono alle sue riforme criticando il verso del cambiamento. Monti sostiene la definitiva liberazione dell’economia dallo Stato, approfitta della “distrazione” della politica, della delegittimazione dei partiti, per imporre l’egemonia culturale del liberalismo economico. È il pensiero unico che abbiamo sperimentato sul finire del secolo scorso. Già allora si diceva: “Destra e sinistra sono categorie superate”. Come se non esistesse più una questione sociale.
Monti lancia una sfida al costituzionalismo democratico, progetta una riduzione del ruolo dello Stato nella redistribuzione della ricchezza. Il suo è un “controriformismo” dai contorni inquietanti che esige una presa di posizione forte da parte del centrosinistra. La coalizione Italia. Bene comune sia baluardo di un Paese assediato e proceda all’integrazione con i democratici e progressisti di tutta Europa. Perché la contesa non finisce con la formazione del nuovo esecutivo e non si limita all’Italia. L’ambizione sia quella di scalare il governo della Repubblica e le istituzioni dell’Unione Europea per determinarne l’indirizzo politico e scardinare la governance neoliberista che ha incancrenito la crisi. Per rilanciare la produzione gli stati sono chiamati ad un intervento diretto dal lato della domanda, altro che laissez-faire. Contro la deregolazione dei mercati e la strisciante individualizzazione dei rischi sociali è necessario riaffermare il principio, alla base del welfare state, che i diritti dipendono dalla cittadinanza, che da solo non si salva nessuno. Il 24 febbraio si vota per questo.
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
La Santa Sede e la Palestina firmano l’accordo: “Sostegno per soluzione negoziat...
Nuovo passo in avanti nei rapporti tra la Santa Sede e la Palestina. Dopo il riconoscimento del diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato, a maggio, è... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Stivalepensante
SOCIETÀ -
New World Order, ci può salvare solo Putin
“Illuminati”. Come – se stiamo alle parole scritte dal noto romanziere Dan Brown in “Angeli e Demoni” – Galileo Galilei e Gian Lorenzo Bernini. Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Retrò Online Magazine
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
Iran: la storia di Omid, 10 anni di carcere per aver riso di Khamenei
Nasrin Sotoudeh con la mamma di Omid Alishenas, protestano davanti al Tribunale Dieci mesi dopo il suo arresto, il giovane Omid Alishenas e’ stato condannato a... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Nopasdaran
POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Infine si sono accorti che la "riforma del catasto" avrebbe definitivamente "ras...
Toh...ma guarda... Catasto: stop Renzi alla riforma. Per 4,6 milioni immobili tasse quadruplicate Renzi soci infine si sono accorti che la "famigerata" Riform... Leggere il seguito
Il 24 giugno 2015 da Beatotrader
ECONOMIA, SOCIETÀ -
E sempre in Sud Sudan riabilitato dirigente del Splm accusato di golpe
Pagan Amum, dirigente storico del Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm) al potere a Juba, è stato nuovamente insediato come segretario generale... Leggere il seguito
Il 24 giugno 2015 da Marianna06
AFRICA, SOCIETÀ, SOLIDARIETÀ -
Tax Freedom Day, sino ad oggi abbiamo lavorato per lo Stato
Del “Tax Day”, martedì scorso, la grande informazione e le istituzioni tutte si erano preoccupate di avvertire per tempo i contribuenti italiani. Leggere il seguito
Il 23 giugno 2015 da Capiredavverolacrisi
ATTUALITÀ, SOCIETÀ