Il fatto che invece Monti si dolga dell’abbandono, usando l’inquietante espressione di poteri forti, denuncia tutta la gravità della malattia da cui è affetta la democrazia italiana: ormai non si fa più nemmeno finta che contino i cittadini o il Parlamento per quanto affollato di figuri e di mezze tacche o che vada ascoltata e rispettata la volontà popolare. Si dà per scontato che il compito di prendere decisioni vitali per milioni di persone appartenga esclusivamente a una ristretta oligarchia che comprende il mondo finanziario, industriale con l’aggiunta di qualche apparato politico continguo. Certo l’averlo rivelato è ingenuo, ma la sprovvedutezza si ferma all’espressione verbale, tutto il resto è un cinismo attentamente coltivato nella frequentazione dei potenti che vogliono “ridurre la democrazia”.
Ma anche la sensibilità politica si è ridotta a tal punto che questo tipo di dichiarazioni rivelatrici navigano ormai nell’indifferenza generale: vent’anni di berlusconismo non sono passati invano. Immaginiamo solo cosa sarebbe successo se Andreotti, Craxi, De Mita o perfino Amato si fossero lamentati di non avere più alle spalle i poteri forti. E immaginiamo cosa accadrebbe se la stessa cosa venisse detta dalla Merkel o da Cameron. Invece da noi si può dire apertamente che i cittadini non contano un cazzo, che non è importante se la stragrande maggioranza di loro non ne può più dei tecnici: ciò che conta sono i poteri forti, sono loro che decidono.